Una deroga inutile, quella concessa dal Comune di Milano per l’apertura straordinaria dei negozi nei giorni dell’Epifania e di domenica 8 dicembre, in attesa che la Regione chiarisca il nodo della deregulation.

Indubbiamente le intenzioni di Palazzo Marino sono buone: favorire i saldi che iniziano. Ma la cosa non riveste troppa importanza, come ha fatto notare Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione: “La legge 214 – dichiara al “Sole 24 Ore” – è già operativa dallo scorso 6 dicembre e non necessita di alcun recepimento da parte delle amministrazioni locali: gli esercenti possono decidere autonomamente gli orari di apertura senza violare nessuna legge”.

I tre mesi concessi alle amministrazioni periferiche per mettere operativamente in pista la deregulation non vanno presi come una sospensiva del provvedimento ma, secondo Federdistribuzione, sono una semplice concessione in nome dell’ordine.

Insomma la gdo meneghina morde il freno e del resto è ben vero che, piaccia o non piaccia, esiste ormai una legge dello Stato, applicabile a prescindere da concessioni e distinguo di sorta.

Esselunga, dal canto suo, è schierata in prima linea. Il giorno 4 gennaio il gruppo ha diffuso annunci pro liberalizzazione tramite la stampa quotidiana e lo stesso farà lunedì 9 dicembre. Invece oggi, 5 dicembre, compaiono nelle struttura della rete (143 in tutto) manifesti che si pronunciano per la deregulation.

Se da un lato il gruppo guidato da Caprotti ammette che una certa libertà esisteva già prima, essa era però regolata di volta in volta da balletti a base di deroghe e concessioni. Ma oggi tutto questo bizantinismo non ha più alcuna ragione di esistere. Conclude il patron di Esselunga, parlando con il quotidiano di Confindustria: “Molte migliaia di persone delle regioni, dei comuni e delle associazioni dovranno trovarsi una nuova, più produttiva occupazione”.