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Macy’s arranca, colpa dell’e-commerce

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Macy’s arranca, colpa dell’e-commerce

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Redazione

Prima 40 punti vendita.

Ora un altro centinaio. La storica catena americana di grandi magazzini Macy’s scricchiola in modo sempre più preoccupante sotto il peso della concorrenza dell’e-commerce. E corre ai ripari per far fronte alla perdita fatturato. L’ultimo trimestre di quest’anno, infatti, il sesto di seguito a registrare un calo delle vendite, il giro d’affari ha subito un ulteriore calo del 3,9%. Fatto che ha indotto i vertici del retailer che gestisce anche l’insegna Bloomingdale ad annuncia la chiusura di un altro 15% dei suoi 675 negozi sparsi in tutti gli Stati Uniti. Questo a partire dall’inizio del 2017. A minacciare una delle insegne più popolari per gli americani, fondata nel 1858 , sono innanzitutto i colossi delle vendite online Amazon e Alibaba. Ma non solo. Tutto il settore del commercio elettronico di prodotti non food ha messo in crisi uno dei distributori americani più noti e popolari nel format dei grandi magazzini. La scelta, per ora inevitabile, pare privilegiare la concentrazione del business sugli store più redditizi, ristrutturandoli, rinnovandoli e magari arricchendoli con l’ausilio di nuove tecnologie. Ma si tratta evidentemente di una scelta tattica. Quella strategica dovrà far leva su ben altre decisioni se non si vorrà scongiurare la fine di una vera icona della distribuzione americana.

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