Revocata l’amministrazione giudiziaria deliberata in maggio verso quattro direzioni generali di Lidl Italia nel corso di un’inchiesta riguardante supposte infiltrazioni mafiose in contratti di appalto che avrebbero coinvolto alcune filiali della multinazionale della Gdo, oltre a un’impresa di vigilanza operante presso il Palazzo di giustizia di Milano.

La misura è stata completamente cassata, in anticipo, anche perché Lidl non è mai stata indagata, dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano.

I giudici, riporta il Corsera, hanno sottolineato «la collaborazione efficace e continuativa fornita dalla società, anche per il tramite dei propri legali - Alessandra Garzya, Antonio Martino e Antonio Carino -, agli organi della procedura. Le iniziative assunte dalla società in relazione ai presidi di controllo interno, alla selezione dei fornitori e all’allontanamento dei dipendenti ritenuti collusi con i soggetti indagati, danno conto della sensibilità degli organi di vertice Lidl Italia ai temi della legalità».

"Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto, frutto di una proficua collaborazione con l'autorità giudiziaria – ha dichiarato ad AdnKronos Alessandra Garzya dello studio legale Dla Piper -. Con un provvedimento così importante, come quello della revoca anticipata, il tribunale ha confermato come Lidl abbia, da sempre, operato nella legalità disponendo di sistemi di controllo dei rischi di alto livello, oggi ulteriormente migliorati, in conformità a quanto si richiede a una società leader del settore. Inoltre, per la sua innovatività, il provvedimento potrebbe costituire anche un parametro di riferimento per future analoghe procedure”.