Kellogg si mangia le Pringles, unico prodotto food del vasto assortimento della multinazionale della detergenza Procter & Gamble. Il prezzo è salato, ossia di 2,7 miliardi di dollari, equivalenti a 2 miliardi di euro.

Già un anno fa P&G aveva manifestato l’interesse per la cessione del marchio, che sarebbe dovuto passare a Diamond Foods. Ma l’intesa era saltata a causa di alcuni problemi contabili della stessa Diamond.

L’operazione, che verrà perfezionata nei prossimi mesi, mette Kellog al secondo posto nel mercato degli snack salati, un settore notoriamente anticiclico rispetto alla recessione economica.

Gli analisti di Bloomberg spiegano che si tratta di una delle più grandi acquisizioni del mercato Usa, seconda soltanto all’incorporazione da parte dell’elvetica Nestlè del ramo pizze surgelate di Kraft, che ebbe un costo di 3,7 miliardi di euro.

Per P&G la vendita segna l’uscita completa dal mercato food, e sottolinea la volontà di concentrarsi sul core business, costituito dalla detergenza casa e dai cosmetici.

Pringles rappresenta un lauto boccone, visto che il marchio registra un tasso di crescita in media annua del 4,3% nei Paesi ad alto livello di industrializzazione e del 9,6% nelle nazioni emergenti. Per questo, a Wall-Street, le azioni di Kellogg sono schizzate verso l’alto di un ragguardevole 5%.

Kellogg Company sviluppa un fatturato di oltre 12 miliardi di dollari (2010) con circa 31.000 addetti.
E’ presente in 180 Paesi con unità produttive in 18  nazioni, tra le quali Regno Unito, Germania, Spagna, India, Cina, Australia, Sudafrica, Brasile, Messico,  oltre a Canada e Usa. E’ leader mondiale nel mercato dei cereali pronti per la prima colazione e leader negli States nel mercato degli snack e dei cracker. Oggi il business di Kellogg Company è suddiviso in cereali per la prima colazione (53%), cracker e biscotti (32%) e altri prodotti a base cereali (15%).