Come incide il Reddito di cittadinanza sui consumi? Questa la domanda che si è posto Iri. Da un lato la crescita delle vendite registrata nel Sud, potrebbe essere indizio di uno stimolo dato proprio dall’Rdc e tuttavia, dall’altro, prevedere oggi quanti dei contributi possano venire destinati agli acquisti di prodotti confezionati di largo consumo è ancora complesso. Dobbiamo infatti prendere in considerazione alcuni fenomeni. Innanzitutto la maggior parte dell’erogato va a integrare le spese per affitti, mutui e utenze domestiche e, in secondo luogo, l’accoglimento delle domande ha seguito una progressione fisiologica, per cui, nei primi mesi, a partire da aprile, il numero dei nuclei beneficiari è risultato più ridotto.

A luglio 2019 sono state accolte le domande di oltre 850.000 famiglie (interessando circa 2 milioni di persone), pari al 3% del totale dei nuclei italiani. Lo strumento è oggi esteso, comunque, a oltre il doppio delle famiglie rispetto alla misura precedente del Reddito di inclusione (357.000 nuclei raggiunti a dicembre 2018).

Il contributo medio mensile Rdc è di 490 euro, rispetto ai 292 del precedente Rdi. La cifra destinata agli acquisti di beni primari si può stimare in circa 150 euro mensili per famiglia. “Ipotizzando un erogato su base annua di circa 5 miliardi – afferma Iri - la quota parte destinata ai beni di consumo primari ammonterebbe dunque a 1,5 miliardi”.

Oltre il 62% delle famiglie beneficiarie vive nel Sud: in quest’area l’incidenza dei nuclei familiari recettori raggiunge perciò una percentuale significativa (6%) in grado di influenzare in modo più tangibile anche la domanda di beni di consumo primari.

Da maggio a luglio, escludendo aprile, troppo influenzato dalla Pasqua, si registra una forte inversione di tendenza proprio nel Sud Italia che, dopo un calo dei ricavi (-1%) segnato l’anno scorso, contabilizza una crescita del 2,7%. Una dinamica di tutto rispetto che chiude la forbice, con il primo bacino di consumo del Nord Ovest e addirittura allunga il passo rispetto alle regioni ricche del Nord Est (+1,5% il trend verso la controcifra maggio-luglio 2018).

Scendendo nel dettaglio distributivo si osserva che la forte discontinuità positiva delle vendite (rispetto al 2018) abbraccia tutti i canali generalisti (iper, supermercati e discount), mentre gli specialisti casa persona rafforzano la fase di espansione già in atto l’anno precedente (da +10,1 a +11,4%).

Per concludere, la crescita delle vendite del largo consumo confezionato registrata negli ultimi periodi nel Mezzogiorno di per sé non è un fatto probante perché si colloca in una congiuntura 2019 che, vuoi per fattori climatici più favorevoli, vuoi per una generale, maggiore vivacità della domanda, vede un progresso diffuso un po’ in tutte le zone del Paese. Tuttavia, la discontinuità più forte evidenziata nel Sud, rispetto alle tendenze dell’anno scorso e i tassi di crescita in linea - se non superiori - a quelli delle aree più ricche, sono un primo indizio di efficacia della misura a sostegno dei consumi di beni di prima necessità.