Quali sono le opinioni degli utenti, come si declina il posizionamento online e chi sono i top brand della grande distribuzione italiana sui social? Sono alcune delle domande alle quali risponde il report ’La performance online della Gdo italiana’’, realizzato tramite il software di social listening e web monitoring Digimind.

L'indagine copre le maggiori sfide che i nostri operatori devono affrontare: presidio dell'esperienza di consumo, fidelizzazione della clientela, integrazione online-in store, posizionamento rispetto ai diversi segmenti di mercato.

L’analisi è divisa in 4 ‘quadranti’: e-reputation, attenzione verso i principali trend di consumo e campagne commerciali, chiavi di ricerca e ottimizzazione sui motori di ricerca, risultati sui social e relativa strategia di supporto.

Così si scopre, per esempio, che Lidl, in quando a immagine, è stata molto penalizzata nel periodo di rilevazione – 22 maggio/22 agosto - dalla multa di 550 milioni di euro comminata dall’Agcm in seguito alla vendita dell’olio Primadonna come extra vergine, quando invece, secondo l’authority, conteneva olio vergine.

E si scopre anche che, fra le 8 insegne considerate – Carrefour, Conad, Penny, Esselunga, Auchan, Lidl, Despar, Coop – spiccano, in quanto a volume d'affari percepito dagli opinion leader, Coop, Conad e Carrefour. I due gruppi nazionali, in particolare, hanno beneficiato di una forte spinta comunicativa creata, nel caso di Coop, dalle numerose assemblee territoriali dei soci e, nel caso di Conad, dal road show ‘Il grande viaggio’.

L’insegna che crea, sulla rete, la maggiore quantità di buzz, ma anche di engagement, è Lidl, che stacca decisamente Coop e Conad.

A un livello più generale emerge, per esempio, che Instagram si sta sempre più facendo largo tra i social e che le principali chiavi di ricerca su Google riguardano, per tutti i brand, volantino e promozioni in atto, e poi orari e locazione territoriale, informazioni di contatto e opportunità di lavoro.

Per l’analisi Digimind, lader mondiale di soluzioni per il social media monitoring e la competitive intelligence, con sedi in 4 continenti e 18 anni di esperienza, ha considerato numerose fonti di influenza dell’opinione pubblica: quotidiani, agenzie stampa, editoria specializzata, ma anche i siti delle stesse insegne.

Domenica 18 settembre, in "Primo piano", daremo conto più in dettaglio di questo rapporto e forniremo ai lettori il link dal quale scaricarlo.