Il controllo assoluto di Esselunga o, per la precisione della holding Supermarkets Italiani, passa nelle mani di Marina Sylvia Caprotti, la figlia più giovane dell’imprenditore scomparso e della seconda moglie, Giuliana Albera, che insieme raggiungono una quota complessiva del 66,7 per cento.

Questo l’esito dell’apertura, ieri sera a Milano, presso lo studio del Notaio Marchetti del testamento del ‘mago di Esselunga’, che ha lasciato congiuntamente alle due donne il 25% del proprio patrimonio, ossia la parte che il defunto può assegnare liberamente, secondo le disposizioni del Codice Civile.

Siccome, sempre per legge, il 50% deve essere diviso tra i figli, alla stessa Marina, a Giuseppe e a Violetta Caprotti, vanno il 16,7% a testa. Facendo le debite somme si arriva appunto, per Giuliana Albera e Marina Caprotti, al 66,7 per cento.

All’esito - quasi scontato - si sono sommate, nel pomeriggio di ieri, 5 ottobre, altre novità. Alla presidenza è salito lo stesso Piergaetano Marchetti (classe 1939), notaio, docente presso l’Università Bocconi di Milano, nonché manager di lungo corso (fra le altre cose è stato presidente di Rcs) che ha deciso, come primo atto e in accordo con il Cda, di bloccare l’ipotesi di vendita del gruppo.

Vincenzo Mariconda, presidente uscente e a sua volta avvocato, manager e accademico, svolgerà invece un ruolo di garante e traghettatore verso i futuri assetti del Gruppo.