Vattani ha spiegato che, se il made in Italy è tanto ricercato nel mondo, esso è anche largamente contraffatto e dunque una nostra maggiore presenza oltre confine dovrebbe scoraggiare i fenomeni imitativi. Certo non sono tutte rose e fiori: “Nell’affrontare i mercati internazionali – ha proseguito Vattani – occorre confrontarsi con i problemi legati alla distribuzione, al controllo qualità e alle dimensioni aziendali”.
Il primo rendez-vous di questo protocollo di intesa è già stato fissato per il Sial di Toronto, che avrà luogo a metà maggio. Poi non si deve dimenticare la partecipazione all’Anuga di Colonia, in ottobre.
Senza dubbio un’alleanza importante, che ribadisce del resto una collaborazione già consolidata. Può essere di grande aiuto il fatto che il nostro export alimentare stia andando tanto forte in questo momento.