Dopo un rincorrersi di voci Wanda ha ammesso le proprie mire, ma non ha presentato una vera e propria offerta formale.

A rispondere per le rime mettendo sul piatto 1,6 miliardi, sono state le Galeries Lafayette, il più antico e classico nome dei grandi magazzini francesi, fondato nel 1893 da Théophile Bader e Alphonse Kahn come esclusiva camiceria per signori, poi trasformato nel 1912 in un immenso punto di vendita nel cuore della Ville Lumière, precisamente in Boulevard Haussmann,  forte di 47.800 mq di superficie.
    
Oggi Lafayette fa capo alla miliardaria Ginette Moulin. L’azienda vanta una robustissima capitalizzazione, dopo la cessione del 50% di Monoprix (magazzini a prezzo unico) al gruppo Casino per 1.175 milioni di euro. La struttura dell’insegna si è alleggerita e ora poggia soprattutto, oltre che sull’originario negozio di Parigi Centro, sulla struttura del quartiere Montparnasse e sul magazzino berlinese di Friedrichstraße 76-78.

Printemps – controllata al 70% da Deutsche Bank, tramite il fondo Reef, e al 30% da Maurizio Borletti - ha una rete di 5 punti di vendita nell’Esagono: Parigi (sempre Boulevard Hausmann), Parly, Deauville, Lille e Strasburgo. Vanno aggiunti i negozi di Andorra, Tokyo, Jeddah, mentre i grandi magazzini di Seul, Kuala Lumpur, Singapore, Taipei e Denver (Colorado) hanno chiuso i battenti da diverso tempo, per mancanza di riscontri positivi da parte dei consumatori locali.

Se tutto si svolgerà secondo questo copione e se i cinesi non rilanceranno, ne nascerà un gigante con 5,3 miliardi di fatturato di cui 4,1 dovuti a Lafayette e 1,2 a Printemps.