I prezzi alimentari mondiali a febbraio sono saliti ancora a livello record: il Food Price Index della Fao, paniere composto da 55 alimenti, ha registrato una nuova impennata raggiungendo quota 236 (+2,2%) da 230,7 di gennaio, un livello più alto di quello del 2008, quando l'aumento dei costi delle derrate alimentari provocò caos e proteste in decine di paesi.

La Fao sottolinea come l'indice, in crescita per l'ottavo mese consecutivo, abbia raggiunto il livello più alto (sia in termini reali sia nominali) dal 1990, cioè da quando la Fao ha iniziato la sua misurazione. Ma non è tutto. Il frumento è salito addirittura del 58% al Chicago Board of Trade negli ultimi 12 mesi, il mais ha guadagnato l'87%, mentre il riso è salito solo del 6,5 per cento.

L'inflazione alimentare è provocata dal calo dell'offerta (causata da anni di investimenti insufficienti), e da un aumento della domanda degli emergenti, ma anche il denaro a basso costo è un fattore che spinge al rialzo i prezzi alimentari visto che il cibo è una commodity perfetta.

Nella pubblicazione degli indici, la Fao avverte che la volatilità attuale dei mercati del petrolio potrebbe spingere l'indice ancora più alto. Le forniture mondiali di cereali inoltre si ridurranno fortemente quest'anno a causa della diminuzione delle scorte mondiali a seguito del cattivo raccolto nel 2010.