Accordo fatto, a Bari, tra Eataly e Fiera del Levante, accordo che il 23 ottobre era stato invece rinviato. Oscar Farinetti si porta a casa, in questo modo, ben 8.000 mq collocati nei padiglioni 3 e 4, ossia nella cosiddetta “Ala monumentale”. In cambio l’imprenditore piemontese pagherà un canone di 250.000 euro nel primo anno e 300.000 nei successivi quattordici. L’intesa dunque non scadrà prima del 2028.

L’opening - dopo alcuni lavori di ristrutturazione stimati dapprima in una spesa di 755.000 euro e poi, in seguito alla perizia tecnica del Politecnico, in 450.000 euro che saranno scalati dall’affitto - è previsto in tempi brevi, ossia a giugno 2013. Farinetti inoltre verrà a pagare royalties  pari al 3% del fatturato fino a 30 milioni e al 4% per il restante importo. Le opere edilizie sono importanti: rafforzamento antisismico, eliminazione di parti in amianto, rifacimento dei cancelli di entrata.

Per l’insegna è la prima apertura al sud. Ma l’inossidabile Oscar ha in mente altri progetti. Quelli italiani sono noti: 25 aprile sbarco a Firenze, 21 luglio a Milano (nei locali dell’ex Teatro Smeraldo, dunque nel cuore del quartiere della moda), e l’8 settembre a Piacenza. L’imprenditore ha dichiarato all’agenzia Ansa che “converrebbe in realtà investire negli Stati Uniti perché là l'energia costa il 4% in meno, la burocrazia il 6% e il costo del lavoro il 3,5%. Ma la nostra responsabilità sociale ci porta ad aprire ancora in Italia perché c'e bisogno di ricreare posti di lavoro. Si e' rotta la catena posti di lavoro-salario-consumi, bisogna farla ripartire e spero che la politica finalmente si accorga che non si può aspettare ad abbassare il costo del lavoro”. Retorica o patriottismo? Conoscendo il carattere di Farinetti, che è un misto di genialità, generosità, lealtà e ideazione perenne, siamo inclini a pensare che sia completamente in buona fede, anche se il patriottismo purtroppo in Italia sembra un valore definitivamente dimenticato.