Continua, anche durante le feste, la razionalizzazione del portafoglio di gruppo Campari, diretta a valorizzare sempre di più i liquori. Dopo la cessione di Sella & Mosca, la multinazionale milanese passa di mano, in Cile, i vini Lapostolle, per una somma di 30 milioni di euro (oltre 16 volte l’Ebita). Ad acquistare è la stessa fondatrice, Alexandra Marnier Lapostolle, che, insieme al marito Cyril de Bournet, aveva dato il via alla prestigiosa cantina sudamericana nel 1994.

Lapostolle, che ha sede nella zona di Santa Cruz, a circa 170 chilometri dalla capitale Santiago, distribuisce in circa 60 nazioni e vanta, fra le altre cose, 370 ettari vitati.
Fanno parte dell’operazione – che sarà perfezionata entro 60 giorni - oltre alla prestigiosa gamma di bianchi e rossi pregiati, gli hotel ‘Lapostolle Residence’ e le tenute.

Spiega, in una nota il Ceo di Campari, Bob Kunze-Concewitz: “L’accordo per la vendita del business del vino in Cile, entrato nel perimetro di Campari nel contesto dell'acquisizione di Grand Marnier, segue la vendita del business dei vini fermi italiani, completata pochi giorni fa. Con questa operazione Gruppo Campari conferma il suo impegno a uscire completamente dal business dei vini fermi, in linea con la strategia volta a razionalizzare le attività non strategiche e ad aumentare il focus sul core business degli spirit. Dall'inizio del 2016 abbiamo ceduto attività non strategiche per un valore complessivo di 96 milioni di euro”.

Ricordiamo che, in Italia, Campari è reduce dalla vendita di Sella & Mosca e Teruzzi & Puthod per 62 milioni di euro. L’accordo ha comparto il passaggio del 100% del capitale delle due aziende a Terra Moretti Distribuzione.

Ovviamente non fa parte dell’operazione Lapostolle l’etichetta Grand Marnier, la stessa che ha portato, a metà marzo, all’acquisto, da parte degli italiani, di Société des Produits Marnier Lapostolle, pagata quasi 700 milioni di euro.