Il 68% dei dettaglianti è stato vittima almeno una volta, durante l’anno, di un episodio di taccheggio: il dato emerge dall’indagine "L'impatto del taccheggio sulle imprese del commercio" realizzata da Confcommercio-Imprese per l'Italia in collaborazione con Format Research e presentata nell'ambito della giornata nazionale "Legalità, mi piace!" svoltasi ieri, 22 novembre.

Il fenomeno nel suo complesso appare sostanzialmente invariato rispetto all'anno precedente: da una parte è diminuita (6,1% delle imprese contro il 2,5% del 2015) la quota delle società che dichiara un aumento dei furti nel punto vendita, ma dall’altra è aumenta del 10% l'incidenza negativa sui ricavi (da 4,7% nel 2015 a 5,2% nel 2016).

Appare in aumento il numero di coloro che hanno adottato misure per difendersi dal fenomeno: dal 48,3% al 52,6%. Il deterrente più diffuso (51%) è costituito dai dispositivi automatici (sorveglianza video e da remoto), mentre più raro è il ricorso ad appositi corsi formativi per il personale di negozio (23,8%), o alla vigilanza non armata (11,4%).

Il profilo del taccheggiatore, secondo l'opinione degli imprenditori, è quello di una donna (52%), di età compresa fra i 35 e i 64 anni (57%), spesso una madre di famiglia (88,4).

Rispetto all'anno precedente le imprese del commercio notano un aumento dei taccheggiatori di nazionalità extra comunitaria (sono il 12,4% rispetto all'11,9% del 2015), fenomeno che sembra essere cresciuto in prevalenza tra gli uomini (48% contro il 45,5% del 2015).