Codacons contro Eataly, al quale l’associazione di consumatori contesta soprattutto lacune nell’etichettatura e l’impiego di materie prime non italiane: l’esposto è stato accolto dall’Antitrust che ha aperto un’apposita indagine per fare chiarezza sulla reale provenienza dei componenti di alcuni prodotti venduti dall’azienda come “Made in Italy”, e chiedendo a Oscar Farinetti di depositare entro il termine di 20 giorni una serie di informazioni specifiche. Per esempio per tutti i prodotti indicati da Codacons, l’Autorità ha chiesto a Eataly notizie chiare sulla provenienza geografica delle materie prime, sull’utilizzo dei marchi Dop e Igp e sull’assenza degli stessi da etichette e confezioni.

Al centro dell’esposto del Codacons, una lunga serie di alimenti venduti al pubblico attraverso la piattaforma online di Eataly: dall’olio extravergine ai pomodori pelati, passando per pistacchio, cioccolata e salse varie.

Per esempio – riporta Codacons – sul sito web di Eataly è in vendita l’olio extravergine Frantoi Cutrera Igp, che presenta in etichetta la scritta «product of Italy» e la bandiera italiana, ma nessun logo europeo come previsto per oli con marchio di qualità certificata; l' olio extravergine Villa Magra dell' azienda Frantoio Franci, descritto come «prodotto nelle colline della Val d' Orcia e della Maremma Toscana», sarebbe privo di indicazioni circa il luogo di coltivazione delle olive e di imbottigliamento dell'olio, al contrario di quanto prevede la normativa specifica di settore; i pomodori pelati Gustarosso Dani coop in etichetta riportano la scritta 100% italiano e il produttore, sul sito di Eataly, viene così presentato: ‘La Danicoop si occupa con impegno e passione per distribuire e far apprezzare a tutti la bontà e l' unicità del pomodoro San Marzano Dop’; tuttavia nella lista di ingredienti pubblicata sul sito di Eataly si riporta genericamente “pomodori pelati, succo di pomodoro, correttore di acidità….”, un messaggio poco chiaro che non permette di capire la reale provenienza della materia prima; sulla confezione di pistacchio verde di Bronte Dop di Antica Bronte Dolceria non figurerebbero il logo Dop e le altre indicazioni richieste dal disciplinare.

Sempre sullo store online di Eataly, sono poi venduti prodotti che nulla hanno a che vedere con l’Italia e con il modo di vivere e mangiare italiano, come le Kettle chips, patatine in sacchetto importate dal Regno Unito e vendute su Eataly a 2,25 euro per 150 grammi, o la salsa Squeezer Bbq del Mercante di spezie, riportante in etichetta la bandiera messicana e quella italiana.

Non si è fatta attendere la risposta del gruppo, che in una nota precisa che “la richiesta, inviata dall'Autorità per verificare quanto esposto da Codacons, in osservanza dei compiti di vigilanza che le sono attribuiti, riguarda i contenuti informativi del sito http://www.eataly.net, e in particolare la fonte delle informazioni relative a taluni prodotti, nonché le procedure di controllo sulla correttezza delle stesse, poste in essere dalla Società Eataly Net, che fornirà le informazioni richieste nei tempi previsti, conferma l’impegno quotidiano, proprio e di tutto il gruppo Eataly, nell’offrire sempre ai clienti tutte le informazioni per un acquisto pienamente consapevole e per la valorizzazione del Made in Italy, in tutte le sue forme. In proposito, appare quasi superfluo precisare come taluni dei migliori e più caratteristici prodotti del nostro territorio siano realizzati con materie prime di elevata qualità di origine non italiana, quali ad esempio il caffè o il cacao”.

Controreplica di Codacons: “Eataly dovrà fornire ora adeguate spiegazioni all’Autorità e ai cittadini in merito all’origine delle materie prime di alcuni prodotti venduti come rigorosamente italiani, e speriamo possa dimostrare la sua totale estraneità alle accuse mosse. È importante capire come possano ritenersi tipici del “Made in Italy” e pubblicizzati con grande enfasi come tali, alimenti quali il cioccolato o il caffè, le cui materie provengono da Paesi lontanissimi. Simboli, etichette e messaggi pubblicitari che richiamano l’italianità dei prodotti sono elementi delicatissimi in grado di modificare le scelte economiche dei consumatori i quali, secondo recenti studi, sono disposti a pagare di più pur di avere la certezza di acquistare alimenti realizzati con materie rigorosamente nostrane”