Sui social, ma anche in alcune regioni italiane, specie del Centro-Nord, i biosacchetti per l’ortofrutta e i freschi – dalla carne, al pesce, al pane - sono un vero tema di rivolta per chi è ancora in vacanza o è appena rientrato dalle ferie natalizie. Con buona pace di alcune fonti, secondo le quali il provvedimento sarebbe stato accolto positivamente, con un misto di rassegnazione e solidarietà, dalla coscienza dei nostri connazionali, consapevoli dell’eco-bomba. Si perché ogni cittadino consumerebbe, secondo Assobioplastiche, 150 sacchettini all’anno per arrivare a un totale nazionale intorno ai 10 miliardi di pezzi.

Con i malumori arrivano anche le prime valutazioni sul prezzo, che la legge ha demandato alla discrezione degli operatori commerciali.

A quanto pare l’oscillazione è forte e la spesa per famiglia va, in media annua e a seconda del consumo individuale, da 4,17 e 12,51 euro (elaborazioni su dati Gfk-Eurisko riferiti alla spesa media e agli atti di acquisto).

I primi test sul campo sono stati svolti dall’Osservatorio di Assobioplastiche, l’Associazione Italiana delle bioplastiche e dei materiali biodegradabili e compostabili.

Secondo l'Associazione la scala, almeno in Gdo, è, in questi primissimi giorni la seguente: 1 centesimo a pezzo da Esselunga, Coop Toscana e Unes; 2 da Auchan, Simply, Conad, Coop Lombardia, Eurospar, Gruppo Gros, Iper La Grande I; 3 da Lidl. A questi dati si sommano alcune rilevazioni web, che parlano di 2 centesimi per il mondo Coop in generale e, per Pam di 3.

È ancora Assobioplatiche, insieme a Legambiente, ad avvertire che i sacchetti di carta restano esclusi dal nuovo balzello, il che suggerisce qualche scappatoia, visto che il Ministero dell’Ambiente ha vietato la cessione dei bioshopper per i freschi a titolo gratuito.

Su questa linea si sta muovendo per esempio la catena di discount Dipiù (gruppo Selex) che in due negozi, nella città di Trieste, offre già gratis lo shopper cartaceo per la frutta e la verdura.