Il presidente della Federazione  francese dei negozi di bricolage, Frederic Sambourg, in un intervento durante il Forum europeo Home Improvement di Coupvray (regione Senna e Marna) ha tuonato contro i piani del Governo per ridurre le dilazioni di pagamento verso i fornitori a 30 giorni.

"Le conseguenze saranno gravi – dice Sambourg al periodico Lsa -. Alle catene costerà un sacco di soldi. Noi abbiamo cura di non ridurre i nostri assortimenti, ma questa volta penso che non potremo fare diversamente. Per i piccoli indipendenti, questa riforma diventa addirittura una sfida per la sopravvivenza. Sambourg ha inoltre deplorato che nel nuovo Governo non vi sia nemmeno un imprenditore. "Produttori e distributori si siederanno intorno al tavolo per trovare soluzioni e lottare comuni”.

Si replica insomma, nella vicina Francia, il tormento suscitato in Italia dal famoso articolo 62, con il quale vengono fissati per legge termini fra 30 e 60 giorni per regolare le fatture delle imprese agroalimentari, con particolare riguardo alle pmi del settore primario.

La materia è terribilmente delicata. A parte che non si capisce in base a quale principio il non food venga escluso, ma comunque se è vero che la prepotenza della distribuzione in fatto di ritardi di pagamento supera a volte ogni limite, è anche vero che la normativa potrebbe portare i commercianti a depennare semplicemente molte aziende “scomode” dagli scaffali.

In effetti a livello europeo esistono già regole precise, che consentono tuttavia sistemi di deroghe a seconda dei vari casi. Anche da noi, come giustamente ha detto Monsieur Sambourg, l’unica soluzione può venire da un tavolo comune fra agricoltori, industriali e commercianti. Simili decisioni non vanno affatto lasciate soltanto ai politici, i quali devono avere l’umiltà di ascoltare il parere delle parti in causa.