Chissà cosa avrà detto il nostro Presidente Napolitano, che tanto si è dato da fare per celebrare il 17 marzo, di fronte alla volontà dimostrata dagli operatori della distribuzione di non chiudere i battenti, neanche in nome dei 150 anni d’Italia? Ma la questione non è tanto l’amor di Patria, ma la regolamentazione delle aperture festive e domenicali, nella quale c’è una certa confusione, almeno dal lato del consumatore che ben poco sa di calendari (21 aperture straordinarie regionali più altre 10 concesse in aggiunta, più il centro storico milanese autorizzato ad libitum) e di leggi e leggine.

Molti sostengono che il non stop, magari anche di notte, sia un servizio pubblico. Altri, specie i piccoli commercianti, alle prese con problemi legati al personale e alla propria vita quotidiana, sono contrari, almeno per ragioni oggettive e di reddito.

Sia come sia, Federdistribuzione ha avanzato – appunto per il 17 marzo - la richiesta di apertura festiva alla Regione Lombardia. L’assessore al Commercio, Stefano Maullu (Pdl) ha definito la domanda inopportuna, in quanto il 17 marzo si celebra una volta ogni 50 anni e ha posto l’accento sul rispetto dei valori dell’Unità. In parte gli ha fatto coro Giovanni Terzi, assessore alle Attività produttive del Comune di Milano, che però si è detto disponibile a vagliare le istanze della Gdo. E Federdistribuzione ha replicato con l’argomentazione del servizio e facendo presente che, dai sondaggi, si ricava che il 76% dei nostri connazionali apprezza, eccome, le aperture festive. Staremo a vedere.