In merito all'obbligo di reso del pane fresco rimasto invenduto nei supermercati, imposto dai principali operatori della Gdo (Coop Italia - 220mila euro, Conad - 290mila euro, Esselunga - 50mila euro, Eurospin - 50mila euro, Auchan - 20mila euro e Carrefour -50mila euro) ai propri fornitori, l’Antitrust ha concluso sei procedimenti accertando la natura illecita di aclune condotte e stabilendo sanzioni per 680 mila euro.

Secondo l’Autorità, le sei insegne constringevano i panificatori “a ritirare a fine giornata l’intera quantità di prodotto rimasta invenduta sugli scaffali, restituendo all’acquirente il prezzo corrisposto per l’acquisto”.

Le istruttorie erano state aperte dall’Antitrust a settembre 2018 su segnalazione di Assipan-Confcommercio Imprese per l’Italia. Secondo l’Agcm la pratica si inquadra in una situazione di squilibrio contrattuale tra le catene della Gdo e le imprese di panificazione: “In tale contesto, l’obbligo di ritiro dell’invenduto rappresenta una condizione contrattuale posta ad esclusivo vantaggio delle catene della grande distribuzione e determina un indebito trasferimento sul contraente più debole del rischio commerciale di non riuscire a vendere il quantitativo di pane ordinato e acquistato”.

Tale prassi obbliga i panificatori a farsi carico, oltre che del ritiro della merce invenduta, anche del suo smaltimento quale “rifiuto” alimentare, in quanto l’interpretazione attribuita alla normativa vigente impedisce qualsiasi riutilizzo del pane non venduto a fini commerciali e persino la sua donazione a scopi umanitari con un elevatissimo spreco di prodotto.

Fonte: Il Salvagente