Il mercato degli investimenti pubblicitari in Italia chiude il 2018 con una crescita della raccolta del +2% rispetto al 2017. Se si esclude dalla raccolta web la stima Nielsen sugli operatori del search, social, classified (annunci sponsorizzati) e dei cosiddetti “Over The Top” (OTT) del mercato, il 2018 chiude in sostanziale stabilità, a -0,2%. Di poco sopra lo “zero” l’andamento nel singolo mese di dicembre, con una crescita del +0,3%.

«Una raccolta pubblicitaria a dicembre un po’ sottotono rispetto alle crescite degli ultimi anni, sempre sopra il 3%, ci ha portato a una chiusura dell’anno esattamente al +2%» – spiega Alberto Dal Sasso, AIS Managing Director di Nielsen. «Si tratta di un risultato dai contorni positivi, sia se raffrontato con un 2017 che cresceva dello 0,5% rispetto al 2016 sia se consideriamo la situazione di incertezza di quest’anno».

Relativamente ai singoli mezzi, la tv a dicembre cala del 2,5%, portando a +0,6% l’incremento del 2018 sull’anno precedente. Sempre in negativo i quotidiani, che nel singolo mese perdono il 6,4% e chiudono l’anno con una flessione del -6,2%. Stesso andamento per i periodici, sia a dicembre che nel periodo cumulato, con cali rispettivamente del -8,8% e del -8,2%.

Grazie a una crescita del +7,9% a dicembre, il 2018 si conferma positivo per la radio che segna un incremento del +5,5% rispetto al 2017. Sulla base delle stime realizzate da Nielsen, la raccolta dell’intero universo del web advertising chiude l'anno in positivo, a +8,0% (+4,5% se si considera il solo perimetro Fcp AssoInternet). Chiusura 2018 con segno più anche per il cinema (+6,4%), il transit (+11,8%) e la Go TV (+16,1%). Rimane in calo l’outdoor (-8,6%).

Per quanto riguarda i settori merceologici, se ne segnalano 13 in crescita, con un apporto di circa 181 milioni di euro. Per i primi comparti del mercato si registrano andamenti differenti nel 2018. Alla buona performance di bevande e alcoolici (+11,3%), farmaceutici/sanitari (+2,2%), tempo libero (+28%) e media e editoria (+6,5%), si contrappongono i cali di alimentari (-1,6%), abbigliamento (-5,9%) e telecomunicazioni (-7,7%).