Gli eredi di Bernardo Caprotti hanno firmato l’accordo in famiglia per il futuro della loro Esselunga che, a sorpresa, sarà quotata in Borsa. Come riportato dal Corriere ci vorranno circa un paio di anni. Ma quello che è stato firmato questa notte, in un round negoziale che si è concluso all’alba con la presenza di una quarantina di professionisti degli studi legali, getta la base anche per rapporti più sereni tra i rami della dinastia Milanese.

L’accordo quadro, quindi prevede la quotazione in Borsa dei supermercati italiani che dovrebbe configurarsi come la Ferrari della grande distribuzione. Ma tecnicamente il percorso è complesso. Esselunga parte con un finanziamento incassato da Citi, la banca che in questi mesi ha lavorato per trovare una soluzione tra gli eredi. Il gruppo quindi comprerà a debito la quota complessiva e pari al 45% che Violetta e Giuseppe hanno nell’immobiliare degli store, Villata.

Acquisterà anche una parte — per ora emerge la quota del 22,5% che oggi è in mano a Giuliana Albera e alla figlia Marina Sylvia, titolari assieme del 55% complessivo di Villata. Violetta e Giuseppe non usciranno invece dalla compagine Esselunga. Lo faranno, con un accordo blindato, al momento della quotazione a Piazza Affari e un prezzo prestabilito.