Una ricerca della banca HSBC, realizzata dall’Università di Padova, ha evidenziato che oltre il 40% delle medie e grandi imprese italiane ha fatto un’acquisizione e che questa, nell’81% dei casi, è avvenuta all’estero. Ma i dati dell’Osservatorio Assochange, che monitora le trasformazioni organizzative, segnalano anche le difficoltà che si incontrano nel cambiamento: il 70% dei processi di integrazione falliscono.

Secondo Methodos, società di consulenza milanese che segue le imprese nei processi di change management, l’aspetto culturale e l’area “soft” sono fondamentali nel determinare il successo o il fallimento di queste operazioni. Un’acquisizione o una fusione, infatti, non riguarda solo gli aspetti economici, societari e industriali. Si tratta anche un incontro di cultura organizzativa, stile di leadership, mentalità e comportamenti delle persone. Le probabilità di far bene aumentano se si segue un metodo strutturato di change management che tenga conto di almeno cinque dimensioni fondamentali: vision, comunicazione, leadership, engagement e misurazione.

«Ogni programma di change management viene sempre adattato al contesto di riferimento e senz’altro si può dire che noi italiani siamo più bravi a essere flessibili e adattivi. D’altra parte, a volte ci manca il rigore necessario per arrivare in fondo a questi progetti», afferma Daniele Cantore, Head of Cultural Change Management di Methodos. L’importante rimane sempre partire da basi solide: conoscere se stessi, l’altra realtà, stabilire perché ci si integra e che cosa si vuole diventare e, fattore determinate, rendere le persone di queste organizzazioni le protagoniste di queste sfide.