Lo scorso anno la psicosi collettiva generata dall’allarme aviaria ha determinato il crollo delle vendite delle carni avicole. Ciò che ha causato i danni maggiori non è stata però la diffusione del virus ma le notizie poco chiare che hanno generato una vera e propria psicosi collettiva. Se a questo si aggiungono gli scarsi interventi di sostegno comunitario e nazionale, è possibile comprendere quanto grave sia stato il crollo di un settore dove operano circa 6mila allevamenti, 173 macelli, 517 imprese di prima e seconda lavorazione e in cui sono occupati 180mila addetti. Attualmente le aziende produttrici stanno lavorando duramente per riconquistare la fiducia dei consumatori, ancora scettici riguardo all’effettiva buona qualità della carne di pollo e tacchino. Tra le carni avicunicole l’unico ad avere registrato un incremento delle vendite è stato il coniglio. Secondo i dati forniti da Gfk Panel Services Italia e aggiornati a novembre 2006, l’intero comparto ha registrato una flessione di 21,5 punti percentuali delle vendite a valore, che si attestano a poco più di 2 miliardi di euro, e del 21% di quelle a volume, che hanno superato di poco le 352mila tonnellate.

Carni bianche in affanno
Nel 2006 le carni avicole fresche hanno registrato un crollo delle vendite, mentre le perdite delle specialità cotte e surgelate sono state, nel complesso, minori. Le quantità commercializzate di pollo sono diminuite di circa il 23%, attestandosi intorno alle 213mila tonnellate, e il fatturato mosso ha registrato un -26,4%, arrivando a poco più di un miliardo di euro. Negativo anche il trend del tacchino. Nel 2006 le vendite a valore sono diminuite del 31,6%, arrivando a circa 324mila euro, e quelle a volume del 27,7%, scendendo a quasi 57 mila tonnellate. Le carni avicole elaborate hanno invece registrato un calo leggermente minore delle vendite rispetto alle parti mobili di pollo e tacchino – come petto o coscia – o al pollo intero. In particolare, il segmento dell’elaborato ha registrato un -21,2% delle quantità commercializzate e un -14,6% del fatturato mosso. La nota positiva del comparto arriva invece dal coniglio, che ha visto crescere le vendite sia a volume che a valore. Le prime hanno superato di poco le 49mila tonnellate (+2,4%), mentre le seconde si sono attestate intorno ai 377 milioni di euro (+6,4%). L’allarme aviaria, molto probabilmente, ha spinto il consumatore ad acquistare altri tipi di carne e il coniglio sembra essere stata proprio una delle prescelte.

Buone le vendite al Sud e nei supermercati
La suddivisione delle vendite a volume per aree geografiche mostra che il Sud e le isole, con il 33,9%, continuano a mantenere la quota più rilevante. Seguono il Nord ovest con il 28,9%, il Centro con il 20,6% e il Nord est con il 16,5%. I consumatori preferiscono acquistare pollo, tacchino, coniglio ed elaborati nei supermercati, che detengono una quota pari al 36,4% delle vendite a volume. Seguono i punti vendita tradizionali con il 36,3% e gli ipermercati con il 15,7%. Minori le quote detenute da discount (5,3%), self service (2,9%) e ambulanti (2,6%).

La fidelizzazione del consumatore
Per risolvere la crisi che ha colpito il comparto e riacquistare la fiducia del consumatore i produttori stanno adottando delle innovative soluzioni. Importanti sono quindi i numerosi investimenti sui media realizzati per qualificare il prodotto della filiera e la superiorità del pollo italiano. Da ricordare inoltre che dal 17 ottobre del 2005 è in vigore l’etichettatura d’origine per tutti i prodotti avicoli: una carta d’identità, che consente la rintracciabilità e rappresenta un’ulteriore garanzia di qualità del prodotto.

Lente d’ingrandimento dei produttori
Nel comparto delle carni avicunicole una posizione di rilievo è occupata da Arena Holding, che presenta il suo vasto assortimento attraverso i marchi Arena, Ruspantino e Naturicchi. Pollo Arrosto Arena, con patate, già cotto e caratterizzato da un alto contenuto di servizio è uno degli ultimi prodotti che l’azienda ha immesso sul mercato. Amadori, membro di Gesco Consorzio, è presente nel comparto con diverse linee di prodotto, tra le quali spicca 10 e Più, caratterizzata da alti standard di qualità e sicurezza. Particolarmente apprezzata la linea Il Campese, che vanta polli con cosce più lunghe e affusolate e carni più magre rispetto alla norma. Vasto è anche l’assortimento degli elaborati freschi, che comprende bocconcini, involtini, fagottini, rollè, hamburger e salsiccia di pollo e tacchino. Altro protagonista del comparto è Fileni che ha registrato una battuta d’arresto del trend delle carni avicole tradizionali, mentre nel segmento biologico le quantità di prodotto realizzato e venduto sono rimaste stabili. L’azienda è l’unico fornitore di carne avicola biologica che comunica con il marchio Almaverde Bio, il consorzio europeo di partnership tra produttori di biologico. Nel segmento degli elaborati Fileni è presente con la linea Magic – composta attualmente dalle tre referenze ABC, Zoo e Hot dog – particolarmente indicata per i bambini e ideale per uno snack veloce. Da segnalare inoltre le ricche linee della Gastronomia coi fiocchi, Facili e veloci e Dalla padella alla tavola, caratterizzate da prodotti pronti in pochi minuti. Particolarmente attivo nella fidelizzazione della clientela è Plusfood Italia che per alleviare la crisi ha adottato numerose strategie di promozioni dirette sul punto vendita e operazioni di comarketing e ha investito nella ricerca di nuove ricette e concept di prodotto. L’azienda attualmente è sempre più impegnata nello sviluppo delle due linee di maggior successo: Speedy Pollo e Gran milanese Reale. Nel prossimo futuro si prevedono anche degli investimenti promozionali sugli Straccetti, i pezzetti di filetto di pollo, marinati e completamente cotti, particolarmente apprezzati dalla ristorazione. Da segnalare, infine, la presenza nel comparto del marchio Del Campo, del Consorzio Produttori Bionature.