Dopo aver chiuso positivamente il 2006 - con un giro d’affari superiore ai 757 milioni di euro e vendite a volume pari a 489 milioni di litri, con incrementi rispettivamente del 10% e del 3,3% - anche i primi sette mesi di quest’anno confermano il trend in crescita del mercato della birra. Secondo i dati forniti da Iri e aggiornati a luglio 2007 iper, super e superette hanno registrato aumenti del 2,4% a volume e del 5,8% a valore rispetto allo stesso periodo del 2006. Risultati molto positivi, soprattutto alla luce della deflazione che ha caratterizzato i punti vendita della gdo nel biennio 2004-2005. L’anno appena trascorso, infatti, è stato protagonista di una generale ripresa dei prezzi e, per quanto riguarda la birra, i rincari sono stati superiori a quelli di altre categorie, a causa degli aumenti dell’accisa. Il fatto che i rialzi non abbiano avuto effetti negativi sulle vendite porta a considerare i dati ancor più incoraggianti, in prospettiva di un’ulteriore crescita nella restante parte dell’anno.

Confermano la stessa tendenza anche le rilevazioni effettuate da Assobirra, che segnala un incremento pari all’1,9% nel periodo compreso tra gennaio e luglio 2007. Secondo l’indagine “Gli italiani e la birra” condotta annualmente dalla società di ricerche di mercato Makno per conto dell’associazione degli industriali della birra e del malto, continua a crescere l’interesse nei confronti di questa bevanda alcolica, consumata dal 68,9% degli italiani. Il 6,6% dichiara di berla tutti i giorni, il 27,5% abitualmente e il 34,8% in modo sporadico. La birra è sempre più bevuta per scelta, anche dalle donne, che passano dal 53,1% al 54,5%, con punte del 63% per la fascia d’età tra i 35 e i 45 anni. Pils (40,9%), doppio malto (13,9%) e puro malto (11,3%) sono le preferite dal consumatore, che gradisce l’abbinamento classico con la pizza ma che la apprezza anche da sola o per accompagnare cibi differenti. L’ultima tendenza la vede accanto ai piatti a base di pesce, un abbinamento che sembra interessare il 40% dei consumatori, in modo particolare le donne.

Negli ultimi anni gli scaffali dei punti vendita si sono arricchiti di numerosi brand
e alla classica lager si sono aggiunte molte birre dalle caratteristiche e provenienze più disparate. La segmentazione si è fatta sempre più spinta, per la necessità di sostenere il mercato con prodotti tagliati sulle esigenze degli acquirenti. Di conseguenza sono le birre premium e speciali che, oltre a segnare le migliori performance in termini di volumi, crescono maggiormente in termini di assortimento. Lo spostamento di interesse verso questa tipologia di birra ha contribuito al calo della produzione made in Italy, a fronte della crescita dell’import di birre speciali e prodotto scadente. L’industria nazionale - a causa dei rincari dell’accisa e dell’aumento del costo delle materie prime - non può più realizzare birra di primo prezzo e sta anche abbandonando la produzione per le marche private. Per mantenere la propria posizione, infatti, risulta competitiva solo una produzione di medio-alta qualità, che fortunatamente incontra il favore crescente dei consumatori.

Il ranking dei produttori vede Heineken Italia leader di mercato, seguita da Birra Peroni - con il brand Peroni e Nastro Azzurro - e Inbev Italia. Il gruppo Heineken - con marchi come Heineken, Birra Moretti, Dreher, Ichnusa e Budweiser - può vantare una gamma ricca e completa, in grado di conquistare sempre maggiori spazi di vendita. Inbev, con la birra Beck’s, mostra significativi tassi di crescita, grazie anche al recente lancio della variante Beck’s Next. Altro grande protagonista del mercato è Carlsberg Italia con i brand Tuborg, Splügen e Carlsberg. Da segnalare che molti big player stanno investendo nel segmento delle analcoliche e delle light, puntando sulla notorietà dei loro marchi. È il caso di Heineken con Moretti Zero e di Carlsberg Italia che a giugno ha debuttato in questo comparto con il brand Feldschlösschen in bottiglia da 33 cl sia per il canale horeca che per la gdo.