Azienda storica nel comparto dei prodotti in plastica per la casa e il tempo libero, Gio’ Style, superato un periodo particolarmente difficile culminato un paio d’anni fa, ha iniziato un processo di rilancio del proprio marchio che coinvolge soprattutto la gdo, canale d’elezione della società bergamasca. La redazione di DM ha parlato di questo “ritorno” con l’amministratore delegato Dino Falciola.

Si può dire che è ormai alle spalle il tunnel delle difficoltà finanziarie per la vostra azienda?

Direi proprio di sì. Il nuovo management, a partire dal giro di boa per la storia di Gio’Style, cioè dal novembre del 2006, si è subito attivato per intervenire sull’infrastruttura di base, migliorando la gestione degli ordini, la qualità e il servizio al cliente. Il 2007 ha ripagato i nostri sforzi, tanto che siamo riusciti a registrare un fatturato in crescita del 12%. Avremmo potuto fare di più, ma il trend negativo che ha caratterizzato gli ultimi mesi del 2007 ha investito un po’ tutti i comparti. La divisione casalinghi, per esempio, intorno a settembre 2007 segnava un incremento di circa il 36% e ha terminato l’anno al 22%.

Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate dalla vostra azienda in questo processo di “risalita”?
Innanzitutto ridare fiducia ai clienti che ci riservano gli spazi espositivi. Dopo il tracollo del 2006, nel 2007 alcune strutture distributive estere non hanno più inserito i nostri prodotti a scaffale e alcune catene italiane hanno ridotto di un terzo lo spazio espositivo riservato alle nostre referenze. Inoltre, abbiamo interrotto i rapporti con alcuni clienti non profittevoli. Nonostante tutto questo il 2007 è andato bene. Abbiamo registrato un fatturato di 32 milioni di euro. Nel 2008 puntiamo a raggiungere i 36-37 milioni e i 45 milioni nel 2009.

Attualmente su cosa si basa la vostra strategia di sviluppo?
Innanzitutto sui nuovi prodotti, che abbiamo creato all’insegna della versatilità e del colore. Poi investiamo molto sulla comunicazione, sia integrata che sul punto vendita. Intendiamo inoltre migliorare le infrastrutture, i software gestionali e velocizzare i servizi.

Ci risulta che una delle cause delle difficoltà incontrate dall’azienda negli scorsi anni è riconducibile all’avere puntato in maniera troppo spinta sul design. Voi però avete sul vostro sito il claim “I giardinieri del design”. Cosa significa?
Il design è un elemento importante per Gio’Style, non è uno sfizio, è il valore aggiunto che non può però incidere eccessivamente sulla produzione. Dobbiamo infatti ricordarci che Gio’ Style è un marchio di largo consumo che non è in concorrenza né con Guzzini né con Alessi.

Per quanto riguarda la distribuzione, oltre che nella gdo siete presenti in altri canali?
Inseriremo i nostri prodotti nelle catene specializzate nel bricolage e svilupperemo una presenza nel dettaglio qualificato con delle linee flag. Le grandi superfici restano comunque il nostro principale canale.

Voi operate nei segmenti casalinghi e tempo libero: quale dei due pesa di più?

Per il momento il tempo libero pesa per il 60%. I casalinghi hanno un peso minore soprattutto perché sono venduti principalmente in Italia. A breve prevediamo comunque di sviluppare le loro vendite  anche all’estero, che attualmente pesa per circa un terzo sul fatturato. All’estero il nostro mercato principale è la Germania, seguono nord Europa, Scandinavia e Paesi dell’est che si stanno sviluppando molto.

Se potesse, cosa direbbe ai buyer per rassicurarli che state tornando in auge?
Siamo già a metà del nostro piano di ripresa. I buyer devono investire sul marchio perché garantisce un’immagine migliore e un business maggiore rispetto ai prodotti unbranded.