Ben 15 milioni di clienti e oltre 380 negozi, più di 3000 dipendenti, 30 milioni di paia di scarpe vendute nel corso dell’anno, un tasso di crescita del 15% annuale e un fatturato di 500 milioni di euro: questa è la francese Chaussea, che, dopo il primo punto vendita italiano di 1.200 mq, inaugurato il 6 settembre presso ‘Il Globo’ di Busnago (70.000 mq Gla), si prepara al secondo opening, giovedì 9 novembre, quando verrà aperto al pubblico il centro commerciale Universo di Silvi Marina (Teramo), che passa da 11.000 a 33.000 mq.
Leader nel mercato delle calzature in Francia, con 350 negozi, il marchio torna alle sue radici. L’azienda, familiare come Scarpe e Scarpe, della famiglia Pettenuzzo e come Pittarello (oggi Pittarosso di Lion Capital), è nata nel 1980 proprio in Italia e da allora non ha smesso di conoscere un rapido sviluppo in Europa, dove ha raggiunto il Benelux, la Germania e la Spagna. Oggi il brand sta sviluppando un importante piano di espansione in Europa che, in particolare, prevede l’apertura in Italia, entro il 2022, di 100 negozi, privilegiando soprattutto i retail park e i grandi shopping center.
Da noi Chaussea ha già una propria sede, a Limena (Padova) e il piano è gestito dall’Amministratore delegato per l’Italia,
Salvatore Taccini, un manager con 28 anni di esperienza, maturata in posizioni di gestione di business nelle aree del retail e del real estate. Con lui DM ha approfondito gli elementi di un programma che mette al centro un imbattibile rapporto qualità/prezzo, grazie a numerosi marchi proprietari…

Cominciamo con un po’ di storia…

L’azienda è, come abbiamo visto, familiare ed è stata fondata nel 1980 nell’Esagono, dall’imprenditore Gaëtan Grieco e dai fratelli Michel et François di origini italiane. Il padre Vito Grieco emigrò da Grassano, in provincia di Matera, per lavorare nella miniera di Valleroy, nel dipartimento di Meurthe e Mosella, dove oggi sorge il nostro quartier generale. Da qui è partito un percorso che accomuna altre grandi catene italiane di calzature e che porta, dai banchi dei mercati all’aperto e dalla vendita con furgone in Francia fino a un gruppo da 500 milioni di euro, con un primo negozio proprio a Valleroy. È una storia che parla di grandi sacrifici, ma anche di grandi soddisfazioni, con numeri che oggi stupiscono, a cominciare dalla piattaforma logistica automatizzata di 52.000 mq collocata a Trémerie, vicino alla nostra sede centrale, un grande polo che serve tutta la rete europea. La famiglia Grieco ha sempre trovato, sia all’interno che all’esterno, dirigenti che hanno saputo svilupparla secondo criteri manageriali internazionali e costantemente aggiornati.

Quali sono oggi le location preferite?

Tendiamo a scegliere i retail park, in quanto il nostro punto di vendita ha bisogno di spazio, con le sue dimensioni medie di 1.000 mq. Noi ci collochiamo, se possibile, nella parte esterna del complesso sia per avere un accesso indipendente su strada, come accade già al Globo di Busnago, sia perché i canoni e i costi di gestione sono in questo modo più ragionevoli di quelli delle gallerie commerciali vere e proprie. Non dimentichiamo che il know how manageriale è francese e la Francia ha circa 20 anni di vantaggio nella concezione dei grandi complessi distributivi. Se parliamo dei soli shopping center parliamo anche, sempre per l’Esagono, di aree urbanizzate e dunque mediamente più care per i tenant. Dunque molte grandi superfici hanno preferito rivolgersi ai retail park, più diffusi nelle aree periferiche, dove la struttura dei costi è alleggerita. In Italia il differente tessuto distributivo ci porterà però a non scartare il segmento shopping center. Al contrario non ci interessano affatto le grandi vie commerciali, che sono appannaggio di marchi altisonanti e di affitti altrettanto altisonanti, una realtà che finirebbe per stravolgere il nostro posizionamento, basato su un equilibrato rapporto qualità/prezzo/tendenze moda. Del resto a Chaussea non interesserà mai avere un flagship senza una vera redditività, concepito e gestito come puro investimento di immagine.

L’aperura di Silvi Marina è la seconda. Parliamo del dopo…

Il 22 novembre apriremo in provincia di Verona, a Sona, presso il centro ‘La Grande Mela Shoppingland’ (52.000 mq e 120 negozi, ndr.) che mantiene flussi di clientela molto interessanti, nonostante la forte concorrenza in zona, rappresentata, per esempio, dal centro commerciale Auchan Porte dell’Adige di Bussolengo, ampliato a 25.000 mq, e dal nuovo Adigeo di 47.000 mq. All’esterno della Grande Mela avremo al nostro fianco altre importanti medie superfici, come Upim, un negozio di elettronica, un retailer specializzato nei prodotti per animali da compagnia e altri ancora. Abbiamo in corso poi una terza trattativa in fase molto avanzata… ma è ancora presto per parlarne.

Cento aperture entro il 2022. Qual è il calendario?

Chaussea Italia è partite a giugno 2017 e contiamo di arrivare a 40 collaboratori entro fine anno, che diventeranno 700 nel 2022. Visto che ogni punto vendita richiede 7 addetti dovremmo chiudere il primo anno con 5 o 6 negozi, tutti con una Gla di 1.000-1.200 mq, 5.000 referenze e uno stock di 35.000 paia.

Quanto incidono i vostri marchi?

Rappresentano praticamente la totalità degli assortimenti e dunque delle vendite. Due anni fa, in Francia, abbiamo escluso anche i grandi marchi sportivi. La gestione di brand altrui comporta una serie di problematiche che non ci permetterebbero di mantenere il nostro posizionamento, basato su un assortimento a prezzi ragionevoli per tutta la famiglia, dunque donna, uomo e bambino, con 9 brand per target e un totale di 27 marchi.

Non c’è troppa concorrenza nel mondo delle catene specializzate?

C’è concorrenza, indubbiamente, ma i nostri competitor lavorano su una fascia di prezzo che supera la nostra di almeno 20 euro. Noi invece ci siamo dati un limite di 30 euro al paio, con una scala prezzi che oscilla fra 14,99 e 49,99 euro. Questo è il nostro posizionamento sul quale facciamo continui miglioramenti di tipo qualitativo, come le nuove calzature di stile italiano concepite da un team italiano e da implementare a livello europeo. Ma le novità non andranno mai a riversarsi sul portafoglio dei consumatori.

Chaussea.com in circa 18 mesi, ha venduto circa 5 milioni di paia di scarpe. Ci sarà anche una versione italiana del vostro e-commerce?

Assolutamente sì: anzi siamo già partiti. Il nodo al momento è la logistica, che fa perno interamente sulla Francia: ma la struttura sarà ripensata in modo da servire in modo ottimale la Francia meridionale, l’Italia e la Spagna. Pensiamo, nell’arco di un triennio, di varare una nuova piattaforma in grado di affrontare al meglio le esigenze di una moderna rete internazionale.