Il debutto della Linea ortofrutta bio dell’azienda di Asti avviene su due fronti: da un lato con le olive – uno dei simboli dell’azienda - dall’altro con la quinta gamma. Ne abbiamo parlato col Direttore Generale Sante Vassura.

Dalle conserve vegetali agli ortaggi pronti: sperimentazione o precisa scelta strategica?
Si tratta di una strategia ben definita che andrà avanti nel tempo, seguendo un percorso già avviato dalla nostra Azienda. Tale indirizzo fa leva sul significato intrinseco del concetto “salute del consumatore”.

Si spieghi meglio…
La nostra Ricerca e Sviluppo ha sviluppato, già da alcuni anni, ricette che prevedono la riduzione del contenuto di sale in tutti i prodotti, con un occhio di riguardo alla salute del consumatore. Ci siamo proposti, a breve, di eliminare in qualsiasi ricetta la presenza di zucchero aggiunto. L’ingresso nel mercato dell’ortofrutta è stato per noi un passo naturale, un settore dove ci sentiamo di poter trasmettere in modo completo e serio quanto stiamo affermando.

Con quali prodotti fate il vostro debutto in questo nuovo mercato per voi?
Innanzitutto con le olive, declinate in una gamma di olive fresche, biologiche, italiane e presentate in tre varianti: Bella di Cerignola intere, Leccino intere e Nocellara intere. Poi con bietola, carote, fagiolini, piselli, patate, zucca, broccoli e peperoni, tutti prodotti biologici italiani “ready to eat”, cotti al vapore e confezionati in buste sottovuoto da 200 grammi.

Mi sembra di capire che l’innovazione è per voi un driver di crescita fondamentale…
Assolutamente sì. Ogni anno investiamo circa 6 milioni di euro in Ricerca e Sviluppo attraverso attività svolte da un team dedicato, composto da 7 persone. Quello che mi sta a cuore sottolineare è che sviluppiamo innovazione, ma sempre con un tema di fondo: la salute del consumatore. Oggi non è più sufficiente produrre cibo con gusto corretto e sapori bilanciati, per noi è necessario seguire e conoscere quanto descrive nei suoi commenti l’OMS.

Con quale marchio vi presenterete sul mercato?
Con il brand Saclà poiché è una marca storica legata alla tradizione italiana. Abbiamo scelto olive biologiche italiane storiche, come quelle di Cerignola (Puglia). Ci siamo affidati anche a verdure di produzione italiana che offrono un servizio immediato al consumatore senza alcun ingrediente che non sia il prodotto stesso.

Avete già in mente un allargamento di gamma?
Sulle olive abbiamo già previsto ampliamenti che, ovviamente, andranno tutte nella direzione della tradizione e della tutela della salute.

Poco fa accennava alla possibilità di introdurre anche prodotti frutticoli nella gamma, non solo orticoli. Quello non sarebbe un passo incoerente con la vostra tradizione e storia?
In parte sì. Anche se Saclà è conosciuta per le conserve vegetali, tuttavia, siamo presenti da tempo nel biologico con il marchio Bionaturae nel settore marmellate e succhi di frutta. Con queste referenze siamo sugli scaffali dei supermercati Ecor NaturaSì.

Torniamo al vostro partner. Saclà sbarca nel reparto ortofrutta grazie alla collaborazione con Il Melograno. Come mai avete scelto questa azienda?
Perché è un’azienda molto vocata, come noi, alla alta specializzazione qualitativa del prodotto ed ha uno spettro di prodotti venduti importante. Il Melograno ha diversificato e ora si presenta come un competitor strutturato non solo per vendere prodotti orticoli, un partner quindi giusto per noi.

Avete già iniziato a proporre queste novità ai buyer della distribuzione?
Siamo già presenti in GDO. I prodotti sono piaciuti molto, suscitando interesse da parte dei nostri interlocutori.

Da un punto di vista di posizionamento di prezzo come si collocano i prodotti di questa nuova linea?
I prezzi non sono troppo sopra la media del mercato.
I prodotti sono di qualità superiore a tutti gli altri presenti nel settore e si contraddistinguono per essere biologici e di provenienza italiana.

Avete intenzione di sostenere il lancio dal punto di vista della comunicazione o con di attività di degustazione?
Abbiamo già avviato degustazioni di prodotti in alcuni punti vendita. Il prossimo mese ce ne saranno diverse a Milano. È importante conoscere l’opinione del consumatore e far degustare il prodotto per apprezzarne la qualità

Cosa vi aspettate da questa novità in termini di risultati, di ritorno economico?
Il fatturato di Saclà ammonta oggi a 130 milioni di euro, stiamo spingendo per implementarlo soprattutto all’estero. In Italia abbiamo fatto scelte che ci daranno risultati a lungo termine.

Questo tipo di offerta si rivolge anche all’estero?
Sì: Francia, Germania, Inghilterra. Ci attendiamo di consolidare anche in queste nazioni la strategia aziendale.