Penny Market, discount alimentare di gruppo Rewe - 58 miliardi di euro di fatturato - è uno dei leader sul mercato tedesco ed europeo nel settore della Gdo. A livello nazionale l’insegna è presente con 368 punti vendita distribuiti nelle principali regioni d’Italia, nazione dove è in crescita, con un fatturato per metro quadrato superiore alla media di categoria. Sul piano internazionale il marchio è attivo, oltre che nella nativa Germania, in Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, sia con prodotti di marca sia con le proprie Mdd.
Penny Market ha da poco inaugurato a Milano, in Bastioni di Porta Volta 7, zona Brera-Garibaldi, un nuovo punto vendita che è l’11° della città. È un supermercato di oltre 300 mq, molto diverso dagli altri e che vuole integrare il valore, anche sociale, del classico negozio di quartiere, con l’ampia scelta tipica della grande distribuzione. Ne abbiamo parlato con
Roberto Fagnani, amministratore delegato finance e governance per l’Italia.

Quale tipo di lavoro ha comportato il punto vendita?

Abbiamo adeguato, con un grande impegno, il nostro standard al centro cittadino e pensato la tipologia e l’assortimento in funzione di una clientela di un quartiere centrale, dunque selettiva, con uffici, come quelli di Microsoft e Fondazione Feltrinelli, e moltissime abitazioni. Il tutto senza alterare la nostra scala prezzi, che rimane identica a quella della rete. Trattandosi di un precedente immobile, che ospitava un grande negozio di articoli per motociclisti, abbiamo dovuto ridurre la proposta commerciale in funzione di una superficie di vendita più ridotta a paragone delle nostre medie che sono di circa 750 mq. La ricerca del locale è stata accurata, in quanto abbiamo dovuto trovare uno spazio che non presentasse gravi interruzioni strutturali e architettoniche.

E il layout?

Il layout è pensato appositamente per questo Pdv e mette l’accento sui prodotti freschi tutti i giorni, con ortofrutta, banco di gastronomia e salumeria assistita, panetteria con esposizione e molti piatti pronti, per soddisfare anche i lavoratori e gli studenti del liceo antistante. Questo non toglie la possibilità di avere una forte proposta di confezionati, in quanto la riduzione ha superato di poco le 100 referenze, scendendo a 1.400 circa da uno standard Penny che, per il format ridotto, ne conta 1.500.

Possiamo parlare di un nuovo format?

Il formato è sempre il medesimo che caratterizza tutti i nostri negozi. Lo abbiamo adattato alla superficie ridotta e alle particolarità della struttura, cercando di cogliere le esigenze della clientela della zona ma mantenendo sempre la nostra identità, nonché la convenienza e la qualità tipiche del nostro marchio.

Quali le caratteristiche principali?

Anche qui, come nel preesistente negozio di Via Boscovich, in zona Stazione Centrale, ci aspettiamo una frequenza di acquisto alta, di 3-4 spese la settimana, visto che si tratta anche, e soprattutto, di un supermercato di vicinato. Gli orari sono molto ampi: dalle 7.30 alle 21, compresa la domenica, giorno in cui la chiusura è anticipata alle 19.30. E a proposito delle domeniche devo precisare che noi siamo allineati con Federdistribuzione e che ci adatteremo alle possibili nuove revisioni normative. Ritengo personalmente che le nuove proposte di legge, alla fine, dovranno bilanciare esigenze contrapposte e tenere conto sia del mancato servizio al cliente, sia della potenziale perdita di posti di lavoro.

Parliamo delle vostre strategie…

Abbiamo come obiettivo una ventina di aperture annue, ma non escludiamo di crescere anche per linee esterne, come è successo lo scorso anno, quando abbiamo acquisito 7 punti vendita ex Tuodì. Infatti per noi la capillarità è fondamentale, visto che siamo attivi in tutte le Regioni, a parte Sardegna e Valle d’Aosta. L’impegno per l’anno in corso, e per il prossimo, si concretizza in investimenti per circa 140 milioni di euro. Nel dettaglio, la voce più rilevante è costituita dai nuovi negozi, seguiti dai remodelling, dagli stanziamenti generali sugli store preesistenti e dai nuovi magazzini. L’hub di Catania, per esempio, sarà uno dei cedi più innovativi della Penisola. Ultima, ma non meno importante, la nuova sede di Cernusco sul Naviglio, nella cintura di Milano, che, così come il magazzino di Catania, ha un alto tasso di tecnologia e di rispetto ambientale. Il nostro impegno ci ha consentito di raggiungere da tempo un fatturato molto superiore al miliardo di euro, con una previsione di ulteriore continua crescita.

Che risvolti positivi ci saranno sulle risorse umane e il territorio?

Grazie ai nuovi Pdv verranno creati, nel 2018, circa 100 posti di lavoro, ai quali si aggiungono numerose persone nell’indotto. Penny Market ha infatti più di 500 fornitori italiani, molti dei quali sono piccole e medie imprese. In questo gioca anche il lancio, dall’estate, della linea ‘Vicino – Prodotti del tuo territorio’, che offre alimenti tipici a prezzi convenienti anche nel reparto frutta e verdura. L’assortimento, destinato ad ampliarsi nel corso del tempo, è partito con circa 25 referenze di freschi e freschissimi.

Concludiamo con qualche osservazione sull’ingresso di Aldi

Non lo vediamo come un problema ma come uno stimolo positivo. Anzi il nuovo attore contribuisce a dare slancio al canale e, in un certo senso, a escludere alcune sacche di inefficienza ancora presenti nel settore. La nostra differenza, come dimostrano anche i casi in cui i rispettivi negozi sono quasi gomito a gomito, è un’aderenza fortissima al pubblico italiano. Anche se la nostra matrice è tedesca noi siamo in Italia da sempre e la nostra vicinanza ai gusti nazionali e alle produzioni locali è completa. Il Dna di Penny è culturalmente italiano ed è difficilmente imitabile nel breve periodo. In ogni caso, in un canale discount che ha raggiunto vendite per 17,3 miliardi di euro ed è in continua crescita, penso che ci siano ancora molti spazi.


Nella gallery il punto vendita di Milano, Bastioni di Porta Volta