Analisi dei mutamenti, internazionalizzazione, innovazione di prodotto e sviluppo della tecnologia. Queste sono solamente alcune delle tematiche affrontate a Macfrut, il tradizionale appuntamento dedicato alle imprese ortofrutticole che si terrà a Cesena da giovedì 17 a sabato 19 aprile. A Domenico Scarpellini, presidente di Cesena Fiera, abbiamo chiesto di tracciare una fotografia del settore e dei principali appuntamenti delle due giornate della manifestazione che quest’anno conterà circa 700 espositori.

La storia di Macfrut ha inizio ben venticinque anni fa. Quale ruolo riveste oggi questa manifestazione per produttori e operatori dell’ortofrutticoltura?
A Macfrut, dopo l’inaugurazione di giovedì 17 aprile, si terrà un convegno sul partenariato euromediterraneo in rapporto con la nuova Ocm e la prossima apertura della zona di libero scambio. Un incontro al quale prenderanno parte il ministro italiano dell’Agricoltura e quelli di Egitto, Tunisia, Marocco, Algeria, Libia e Albania. Sono partito da questo esempio per far comprendere come la nostra rassegna continui a mantenere un ruolo di alto profilo nel panorama internazionale dell’ortofrutticoltura. Un ruolo che ha conquistato nei suoi 25 anni di esistenza - la prima edizione si tenne infatti nel 1984 - diventando l’evento fieristico che ha accompagnato l’evoluzione del settore in Italia e nel mondo stimolandone, allo stesso tempo, lo sviluppo grazie alla capacità di essere momento di confronto fra esperti e produttori.

Quali sono le principali novità dell’edizione di quest’anno?
La manifestazione di Cesena Fiere è sempre più il punto di riferimento fra Mediterraneo, Paesi del Medio ed Estremo Oriente, Africa, Europa e Americhe. E negli ultimi anni ha permesso di incrementare il tasso di internazionalizzazione delle imprese italiane grazie a consistenti investimenti. Il progetto Macfrut International, che verrà proposto quest’anno, nasce dall’organizzazione di un nucleo di imprese italiane di primario livello, espositrici, con cui costruire “missioni in entrata” con la partecipazione di delegazioni estere durante la manifestazione e “missioni in uscita” con trasferte nei mercati più interessanti. Nell’edizione corrente per queste aziende abbiamo riservato un’area collettiva con stand sviluppati per categorie di prodotti. L’altra novità del 2008 è il Salone della IV Gamma, un comparto nuovo e in forte espansione anche in Italia, che di fatto completa la presenza a Macfrut 2008 di tutta la filiera ortofrutticola.

Quali sono le principali caratteristiche dell’ortofrutticoltura che emergeranno?
L’evento si propone come momento fondamentale di incontro fra domanda e offerta di macchinari, attrezzature e innovazioni e per il suo particolare ruolo di rassegna di filiera ha la capacità di delineare il panorama e le prospettive del settore. E non solo per il mercato italiano. Ritengo inoltre che, in base ai risultati conseguiti con la riforma Ocm, dall’evento emergerà una sollecitazione per la messa in opera dei piani di settore, che è indispensabile si incrocino con i piani di sviluppo delle varie regioni.

I convegni e gli incontri che si terranno a Macfrut non mancheranno di mettere in evidenza le sfide che l’ortofrutta italiana si trova a fronteggiare. Qual è la ricetta per superare questi ostacoli?
L’ortofrutta deve affrontare tre sfide: una logistica efficiente, il miglioramento delle aggregazioni commerciali, e, infine, le difficoltà nel presentarsi all’estero come sistema Paese, anche per superare vincoli e barriere che ostacolano le nostre esportazioni. In generale, i sistemi produttivi italiano ed europeo devono proseguire nel processo di ammodernamento attraverso la ricerca e la programmazione per continuare a sviluppare prodotti di qualità, che diventano garanzia di un migliore reddito per i produttori. Ritengo, inoltre, che la capacità di ritrovare competitività e redditività dell’ortofrutticoltura italiana passi attraverso un’adeguata organizzazione e concentrazione dell’offerta, l’innovazione del prodotto e un’efficace interprofessionalità, che superi le differenti visioni sulla strategia da adottare nel nome di una centralità dell’azienda agricola.