Da un’esperienza nel settore private banking a Satispay. Come è nata l’idea e con quali ambizioni?
Nel 2012, prima che Satispay diventasse realtà, io e Dario Brignone ci interrogavamo sul motivo per cui con lo smartphone si potesse fare qualsiasi cosa, tranne che pagare. Ci capitava sempre più spesso di vederci rifiutare le carte per i piccoli pagamenti come il caffè al bar o il giornale all’edicola. Anche dividere il conto al ristorante o restituire i soldi agli amici era complicato. Eravamo costretti ad andare alla ricerca di un bancomat per prelevare, una perdita di tempo. Dario, che in quel periodo era consulente informatico in Kazakistan per un consorzio oil, aveva iniziato a pensare ad un sistema di micropagamento che permettesse alle piccole onlus di raccogliere le donazioni in maniera semplice, bypassando il tradizionale bonifico bancario. Da qui abbiamo iniziato a ragionare insieme e siamo arrivati alla conclusione che era possibile costruire qualcosa a partire dai conti correnti. La nostra ambizione è sempre stata quella di realizzare un servizio democratico e quindi accessibile a tutti, che semplificasse la vita quotidiana delle persone e potesse diventare uno strumento in grado di modificare le abitudini di consumatori ed esercenti nella gestione del pagamento.

Cosa significa dire Satispay oggi?
Significa accesso ad un mondo di nuove opportunità.

L’accordo con Esselunga vi ha fatto certamente fare un salto di qualità e di notorietà…Quanto è importante per voi la grande distribuzione, come vi state muovendo su questo fronte e quali ambizioni o progettualità avete?
E’ stato importantissimo, così come quello con Coop, perché hanno espresso in modo chiaro la nostra capacità di essere una soluzione di pagamento ideale sia per il piccolo esercente indipendente che per la grande catena strutturata. A questo si aggiunga che la penetrazione nel mondo della GDO è decisamente un passo fondamentale nel perseguimento di quell’obiettivo ultimo di cui parlavamo prima: cambiare le abitudini di pagamento quotidiano. Cosa può aiutare di più che usare Satispay nella spesa di tutti i giorni? Infine, ultimo ma non meno importante, il nostro piano di crescita prevede l’internazionalizzazione. Il grandissimo lavoro di integrazione che abbiamo fatto a livello IT per integrarci con i sistemi di cassa usati dalla GDO, che sono gli stessi in tutta Europa, ci permetterà di presentarci anche in altri mercati “GDO ready” e questo ci pone in una straordinaria condizione di vantaggio.


20mila esercizi commerciali, circa 200mila utenti, in crescita rispettivamente di 80 e 700 unità al giorno: numeri di tutto rispetto. A quanto puntate entro fine anno e che soglia prevedete di raggiungere entro il 2018?
Contiamo di raggiungere un milione di utenti attivi entro il 2018 e 100 mila esercenti in Italia. Alla fine del prossimo anno inizieremo ad affrontate altri mercati.


I pagamenti digitali stanno “esplodendo”, specie in vista della nuova normativa sulla disintermediazione bancaria che entrerà in vigore il prossimo anno. Come si colloca la vostra soluzione nell’arena competitiva dei protagonisti del settore?
Il nostro modello, nato in forza già della prima normativa europea tesa a liberalizzare il settore dei pagamenti favorendo la nascita di nuovi soggetti, (ndr. Payment Service Directive già in vigore dal 2014 a cui è seguita la PSD2 a cui fa riferimento la domanda) è profondamente innovativo. Non si limita a offrire una modalità di pagamento via smartphone ma sempre basato sulle carte o vincolato a specifici conti o operatori telefonici o produttori di telefoni. Il nostro network totalmente alternativo e indipendente dai circuiti tradizionali. Questo ci consente una straordinaria efficienza di costi, che accompagna e dà ulteriore valore ad un’esperienza d’uso straordinariamente semplice e trasparente. Si aggiunga che come ulteriore elemento competitivo, siamo una tech company totalmente focalizzata sul pagamento, che è il nostro core business, e questo ci ha consentito di lavorare alle fondamentali integrazioni con tutti i sistemi di accettazione di pagamento che possono trovarsi in un esercizio commerciale – come POS, software di cassa, PC – con una rapidità e precisione tale da guadagnare un altro grande vantaggio competitivo.


Parliamo di dati personali, è questo per voi il vero valore del servizio che mettete a frutto quale strumento di loyalty e di marketing per le aziende? Da dove nasce il vostro guadagno? Chi paga, per esempio, l’attività di cashback molto aggressiva che state offrendo?
Corretto. A differenza di molti altri sistemi, noi, che siamo un intermediario finanziario vigilato, con il nostro sistema non ci limitiamo a trasferire denaro ma abbiamo in pancia tutte le informazioni del pagatore e dell’esercente. Utilizzate con grande cura questo consente di creare valore per entrambi. Mi spiego meglio: al di là dei costi che la complessa catena di attori dei circuiti tradizionali si porta dietro, nessuno di loro può dire di avere in effetti l’informazione completa del pagamento. Per noi invece, che gestiamo direttamente il pagamento, e conosciamo sia l’esercente che il pagatore, è diverso. Siamo in grado di capire le preferenze, gli orari di acquisto, le fasce di popolazione, tantissime cose che hanno un valore enorme per l’esercente ma anche per il consumatore. Quando usate nel modo corretto, come facciamo noi che chiariamo fin dall’inizio che mai trasferiremmo un dato se non anonimo o statistico (per salvaguardare i nostri utenti) da un lato garantiamo protezione al consumatore che non viene disturbato, ma allo stesso tempo consentiamo all’esercente di essere consapevole di ciò che dà lui e intorno a lui. Questo ha un valore enorme che gli dà la possibilità di fare delle operazioni di marketing e promozionali molto mirate, utilizzando appunto il potente strumento del cashback. Ad esempio posso metterlo nelle condizioni di mostrare attraverso l’app uno sconto agli utenti di una specifica città, di una particolare fascia di età, di un particolare genere – uomo o donna – che magari attraverso i loro acquisti hanno dimostrato di essere interessati a un determinato tipo di categoria di prodotto. Poiché ogni iniziativa di marketing e comunicazione è volta a generare una vendita, che si completa con un pagamento, se lo strumento di pagamento stesso sa essere un canale relazionale per l’esercente, si chiude il cerchio.


Quali progetti avete per lo sviluppo futuro dell’applicazione o delle sue funzionalità?
In futuro allargheremo il ventaglio dei nostri servizi: l’obiettivo è realizzare un sistema strutturato per i cosiddetti pagamenti ricorrenti, come ad esempio le bollette telefoniche. A breve integreremo anche Pago PA, che permetterà il pagamento verso la Pubblica Amministrazione in maniera semplice e trasparente, e introdurremo anche la possibilità di richiedere credito al consumo tramite l’app. Il cliente potrà andare in negozio e acquistare una televisione o una lavatrice, e ottenere direttamente un finanziamento attraverso Satispay in maniera automatica, senza la necessità di compilare i documenti di richiesta. Ma molto altro ancora verrà.