Grissin Bon è attiva nella produzione e commercializzazione di prodotti da forno, quali grissini e fette biscottate. L’azienda è presente nei diversi canali commerciali come grossisti, dettaglianti, indipendenti, nella grande distribuzione, nella distribuzione organizzata e nel catering e produce anche a marchio privato per i principali gruppi che costituiscono la grande distribuzione nazionale ed estera.

Come si è chiuso il 2014 per la vostra azienda?
Il 2014 è stato un anno positivo, specie se si considera il contesto generale in cui si sono mossi i consumi alimentari. Abbiamo infatti chiuso l’anno con un +6,3% a volume e un +3,5% a valore. Tra i due risultati è sicuramente più importante la crescita dei volumi.


Che cosa ha generato questa performance?

In parte abbiamo beneficiato di un positivo trend del mercato. Il resto è proprio il caso di dire che è farina del nostro sacco. Nel settore della panificazione, grissini e fette biscottate costano ormai meno al chilo rispetto al pane. Per quanto riguarda le fette biscottate, le vendite del mercato sono aumentate perché i consumatori fanno più spesso colazione a casa e il prodotto rappresenta un’alternativa valida abbinabile ad altri alimenti. Per quanto ci riguarda, abbiamo consolidato la nostra presenza nel comparto. Stiamo crescendo molto sulle fette biscottate grazie al nostro formato che è esclusivo, quello delle fette porzionate. Stiamo crescendo sui prodotti bio, con i prodotti al kamut. La fetta al kamut ha registrato una crescita delle vendite del 30%. Siamo usciti, inoltre, con una fetta a bassissimo contenuto di sale dedicata coloro che hanno problemi di ipertensione. Abbiamo infine lanciato a fine 2014 due prodotti nuovi, Le Pagine, due sfoglie di grano. Ma di questi è difficile quantificare i valori perché siamo ancora in fase di inserimento.


Parliamo di valori. Che volume d’affari sviluppa GrissinBon?
Abbiamo chiuso il 2014 con 71 milioni di euro, qualcosa in più del 2013 tenendo conto che abbiamo portato quasi 17-20 punti in fattura. Quindi il fatturato è comunque aumentato. All’estero esportiamo per un 12-13%. Ma è una quota destinata a crescere sensibilmente grazie all’avvio di un nostro nuovo impianto di produzione in Canada, uno stabilimento che produrrà principalmente grissini e per il quale abbiamo investito circa 6 milioni di euro.
I lavori sono già partiti e saremo operativi per settembre o ottobre di quest’anno.


E sul mercato interno, che cosa vi distingue?
Possediamo standard qualitativi molto elevati. Per esempio, da un paio di anni nelle nostre ricette mettiamo il sale iodato protetto Presal, che costa all’azienda 170.000 euro in più all’anno di acquisti in sale. Ma lo scegliamo perché ha la caratteristica di essere adatto per chi ha problemi di tiroide. Siamo molto attenti alla qualità e alla innovazione di prodotto. Nelle fette biscottate siamo diventati il terzo brand nelle a livello nazionale, dopo Barilla e Buitoni, con il 5% di quota di mercato in quattro anni dall’ingresso. E si pensi ai Fagolosi. In quanti ne hanno imitato la forma? Nessuno è però riuscito a creare un prodotto altrettanto valido. Lo dimostra il fatto che lo scorso anno abbiamo conquistato un’ulteriore 2,5% di quota di mercato.

Che merito ha avuto in tutto questo la comunicazione?
La comunicazione ci ha aiutato e ci aiuta tantissimo. Siamo forse l’unica azienda che investe in pubblicità su grissini nel mercato nazionale. La comunicazione però deve essere supportata dalla qualità, dal contenuto di servizio e da altri fattori. Abbiamo comunicato molto in telepromozioni proprio per far vedere il servizio, le ricette e come prepariamo i nostri prodotti.

Proseguirete anche quest’anno la collaborazione con Carolina Kostner?
Abbiamo un contratto con Carolina Kostner fino a luglio 2015, poi non è escluso che la collaborazione continui su altri progetti. Attualmente stiamo realizzando un nuovo spot nel quale non è previsto un testimonial. Saremo pronti in primavera.

Riprenderà sempre l’ambientazione favolistica?
No, è completamente diverso. Sarà più legato al genere musical, quindi abbastanza all’avanguardia e innovativo. Siamo convinti che riscuoterà lo stesso successo dello spot con Carolina Kostner che in questi anni è piaciuto molto.


Stefania Lorusso