Fondata nel 1968, dai fratelli Francesco e Mario D’Amico, D&D Italia, oggi alla terza generazione imprenditoriale, è tra le principali aziende nazionali specializzate nella produzione di conserve alimentari ed è attiva sul mercato con i brand D’Amico, Logrò, Montello, Robo e Dega.
Il core business è rappresentato da sottoli, sottaceti, olive, condimento per riso, sughi pronti, pesti e creme, legumi e cereali, convenzionali e bio.
Nel corso degli anni il gruppo si è contraddistinto, con una produzione che esce dagli stabilimenti di Pontecagnano Faiano (Salerno) e Rovereto (Trento), per gli elevati standard qualitativi nei processi e nei servizi, l’accurata selezione delle materie prime, la costante ricerca di nuovi prodotti, i metodi di lavorazione tecnologicamente avanzati, l’assistenza e dedizione al cliente.
Presente in diversi mercati esteri - Europa, Canada, Russia, Emirati Arabi, Messico, Australia e Cina – D&D ha rilevato, nel 2018, i marchi Robo e Dega, destinati, rispettivamente, ai canali Horeca e ingrosso.
Maria D’Amico, Marketing Manager di D&D, ci illustra, innanzitutto, le dimensioni del gruppo.

Cosa vuol dire oggi D&D Italia?

Il fatturato 2018 ha raggiunto 70 milioni di euro, grazie all’acquisizione di Robo e Dega, che ha spinto in avanti volumi e valori aggiungendo 28 milioni a un giro d’affari di 42. Nel 2019 il programma è di consolidare questa cifra, in quanto dobbiamo rendere coerenti i nuovi brand con il resto del nostro portafoglio. Se consideriamo i ricavi precedenti al nuovo acquisto, il trend di crescita 2018-2019 si piazza intorno ai 5 punti, un dato molto soddisfacente.

Cosa cambia con l’acquisizione?

Lo scopo dell’operazione è ovviamente la crescita in canali nuovi, che però stavamo già testando con la nostra forza vendita, ma nei quali ora entriamo con forza. Si tratta di uno sbocco commerciale in fortissima crescita, sia in Italia, sia in molti Paesi europei. L’ingresso in questo mondo prevede sia la rivisitazione, con un posizionamento ad hoc, di marchi che avevamo già in portafoglio, sia il lancio di nuovi prodotti e ricette. Molto importanti sono per esempio i topping per la pizza, che stiamo studiando attraverso un filo diretto con gli operatori del settore. Lo stesso vale per i prodotti per le nuove cucine etniche e per quelli destinati alle hamburgherie. Il nostro grande assortimento, di 1.000 referenze, ci permette di dialogare e di interfacciarci con ogni segmento della ristorazione e di fornire, agli imprenditori che ne hanno bisogno, non solo i prodotti Robo, ma tutto quello che può servire grazie alle nostre partnership: riso, olio e condimenti in genere, fette biscottate e molto altro. Direi che il fuori casa è destinato a rappresentare, nei prossimi 3 anni, circa la metà del nostro business e a generare crescite sempre più interessanti.

E il marchio Dega?

Anche questo è un brand storico: infatti se Robo ha una storia di 80 anni, Dega è presente sul mercato da 60. Il marchio opera nell’ingrosso e cash&carry, anche questo un settore che l’azienda stava già testando. L’assortimento è molto ampio e comprende, tanto per fare qualche esempio, brodi, salse, grigliati, legumi, pomodori, pesti, ittici, dessert, snack, stuzzichini.

Quali sono, invece, i posizionamenti di D’Amico, Logrò e Montello?

Il marchio guida è sempre D’Amico, un nome che comprare, come piccolo logo, anche sui prodotti Logrò, che è, a sua volta, lo specialista dei funghi trifolati, mentre D’Amico è molto più focalizzato sui sottoli, sottaceti, olive e specialità di ortaggi. Montello è concentrato su legumi e cereali, segmento nel quale è nato e che attualmente è molto dinamico. Facendo una classifica dei prodotti best seller troviamo, proprio, i legumi. Molto bene anche per tutta la linea bio, che è trasversale ai vari brand.

Non considerando, per un momento, l’acquisizione qual è il canale principale?

La Gdo, anche se, come ho detto, il gruppo stava già spostandosi nell’Horeca, con prodotti che ci sono tuttora e continueranno a esserci. La Gdo e il normal trade rappresentano, sul fatturato di 42 milioni, un 80% circa. Siamo presenti in partnership con le insegne nella fascia premium, con l’obiettivo di realizzare circa il 15% del fatturato.

Avete anche un vostro e-commerce…

Come per molte altre aziende, si tratta di un canale sperimentale offerto dal nostro sito. La piattaforma è partita 2 anni fa e svolge un ruolo di servizio in una società iperconnessa e nella quale sarebbe sbagliato non dare questa ulteriore possibilità ai consumatori che ci preferiscono e ci scelgono.

Come si è mosso in tempi recenti il vostro mercato?

Pure composto da prodotti di impulso, il settore in generale ha risposto bene alla crisi, specie per quanto riguarda il sottolio. Il sottaceto ha risentito di più dei moderni stili alimentari, mentre si sono aperte nuove occasioni di consumo, specie nell’area dell’aperitivo. In questo momento le novità puntano sull’agrodolce, che dà un forte gusto, senza però creare preoccupazioni per la linea. Le nostre novità stanno dunque andando in questa direzione, oltre a insistere sulle eccellenze alimentari locali dell’Italia. L’innovazione è sostenuta dagli investimenti pubblicitari che puntano sia sui media tradizionali, sia sulle partnership con alcune figure di spicco della ristorazione e sugli eventi organizzati in collaborazione con particolari settori ristorativi. Molto importante è anche l’engagment sul digitale.

Concludiamo con l’estero. Quanto è rilevante e quali sono i Paesi chiave?

L’estero rappresenta ancora una quota relativamente piccola, pari al 15-20% del fatturato, con una presenza però molto variegata, che raggiunge 60 Paesi. Le nazioni chiave sono quelle dell’Europa e del Nord America, con particolare riguardo al Canada. Interessanti anche alcuni Paesi orientali. La geografia della nostra presenza segue sempre la disponibilità del consumatore locale ad accettare un prodotto di fascia premium. Per questo non siamo molto forti in Germania, dove la convenienza è un driver molto più decisivo che altrove.

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