Dalla Torre, fondata nel 1935 da Giuseppe Menapace, produce in Val di Non, a Rallo, nel Trentino. L’assortimento comprende tutti i formati e le tipologie, compreso burro alleggerito, burro salato, burro biologico, burro senza lattosio (senza zuccheri e senza sale), burro di centrifuga da panne derivate dal latte fresco, condimenti con base burro all’aglio e peperoncino, alla salvia, al tartufo, al salmone…
Un fiore all’occhiello è il senza lattosio, per il quale Dalla Torre è la prima ad avere ottenuto l’autorizzazione ministeriale nel 2012. È un burro senza zuccheri e quindi molto differente dal delattosato, che comporta l’impiego della lattasi per delattosare il lattosio composto dagli zuccheri glucosio e galattosio, e dunque non può essere consumato da chi deve evitare questi componenti, come il diabetico.
Il 57% della produzione è venduta con marchio proprio nel trade moderno, mentre un 43% è destinato alle private label. Nel 2000 il burrificio si è dotato di uno stabilimento moderno, abbinato a un laboratorio di ricerca che garantisce innovazione, gusto e qualità. E oggi, grazie a un investimento superiore a 1 milione di euro, sta mettendo in pista un impianto nuovo di zecca, come ci racconta
l’Amministratore Unico, Sauro Corzani.

Quali sono le particolarità della struttura?

Per la prima volta un’industria mette a punto uno stabilimento completamente 4.0, cioè del tutto connesso con il costruttore e dunque con una tecnologia che dà l’opportunità di non dovere fare mai interventi straordinari in site e di non avere fermi macchina. Tutto è telecontrollato, con la possibilità di dare le migliori garanzie sui volumi, che avranno un’assoluta continuità 24 ore su 24. Il progetto è partito circa 2 anni fa, l’installazione della nuova impiantistica è attiva da 5 mesi. L’impianto è in grado di lavorare contemporaneamente tutte le nostre referenze, dunque i ‘burri’, visto che per noi il settore è molto segmentato.

Come è cambiata l’azienda nel tempo?

Logicamente Dalla Torre si è mossa sempre di più verso l’innovazione, l’industrializzazione e le certificazioni. Questo ci ha permesso di affrontare con tranquillità una certa demonizzazione del prodotto, ritenuto ingrassante e poco adatto alla dieta moderna. Da almeno 10 anni il mercato si è comunque stabilizzato e i consumi nazionali resistono. Nel 2017 e nei primi 5 mesi del 2018, però la domanda ha avuto di nuovo una flessione legata ai prezzi crescenti. Se questo è lo scenario del settore, la nostra azienda è invece passata dai 3.000 quintali prodotti nel 2000 ai 25.000 del 2017, toccando un fatturato di 15 milioni di euro. E stiamo crescendo anche nel 2018, grazie alle nostre caratteristiche di eccellenza. Il 2019, poi, sarà positivamente condizionato dalla contabilizzazione dei risultati del nuovo impianto di lavorazione.

Vi interesserebbe operare anche all’estero?

Preferiamo circoscrivere il raggio d’azione all’Italia, dove il mercato è ancora molto ricettivo per i prodotti genuini di alta qualità come il nostro. I burri più venduti da noi sono ottenuti dal latte e non derivati dalla lavorazione del formaggio. E se i prezzi del burro sono saliti, i buyer della Gdo hanno continuato a riconoscere il giusto prezzo alla nostra qualità.

Concludiamo con qualche considerazione sulla Gdo…

E’, per Della Torre, il canale per antonomasia, e viene raggiunto sia attraverso le marche private sia con il nostro marchio. Molte insegne ci stanno scegliendo per le proprie Mdd e queste richieste verranno soddisfatte attraverso la crescita in volume. Infatti, la Pl non dovrà mai superare la quota del nostro marchio, un marchio sul quale è stato svolto un forte lavoro promozionale. Grazie a questa strategia un maggior numero di consumatori ha potuto gustare il nostro prodotto e sono convinto, come dimostrano i dati, che chi lo prova diventa con regolarità un cliente fedele.