Conapi, Consorzio nazionale apicoltori - che comprende 259 soci, i quali rappresentano, in forma singola e associata, oltre 600 produttori di tutta Italia, per 100.000 alveari di proprietà - ha registrato, nel bilancio dell’esercizio 2017-2018, un fatturato di 21,9 milioni di euro (+3,3% sul 2016/2017) e un utile pari a 168.000 euro. Distribuzione Moderna ha approfondito le strategie con il Direttore commerciale e marketing, Nicoletta Maffini.

Quali sono i segmenti più dinamici?

Sono quelli legati ai mieli di alta qualità e biologici, nonché di provenienza italiana e regionale. Si registra, inoltre, un generale interesse verso l'innovazione, tendenza che ha spinto il Consorzio a utilizzare miele e altri prodotti apistici per sviluppare nuove linee, come gli integratori, le barrette energetiche, le composte dolcificate con il miele di sulla e senza pectina aggiunta, o altre novità, fra le quali il miele con cacao. L’obiettivo è di ampliare ulteriormente la gamma con referenze in cui il miele vada a sostituire lo zucchero di barbabietola o lo sciroppo di glucosio.

E il gelato?

In questa strategia del miele - sempre più considerato anche dai nutrizionisti, come il migliore dolcificante -, si inserisce anche il lancio 2018 dei gelati 100% biologici a marchio ‘Cuor di Miele’, brand riservato ai punti vendita NaturaSì. I nostri gelati si caratterizzano per una lista breve di ingredienti, in linea con le esigenze dei consumatori, senza additivi e conservanti, dove l'unico zucchero utilizzato è, appunto, il miele italiano, di acacia e sulla. Inoltre, grazie alle varie operazioni di brand stretching il marchio-icona Mielizia, presente fra l’altro con un proprio spazio a Fico Etaly World, è cresciuto, in Italia, di un 20% sia in volume, sia in valore. Registra buoni risultati anche la linea bio destinata, oltre che all’Italia, ai due mercati esteri principali, Francia e Giappone. Il marchio ombrello ‘Cuor di Miele’, rigorosamente biologico e presente da oltre un decennio solo nella rete NaturaSì, ha chiuso l’anno con un +22% a valore.

Obiettivi strategici per l’Italia?

Sicuramente l’espansione sia per i nostri marchi, sia per la Mdd. Stiamo ampliando il numero dei clienti per diversificare il rischio, ma anche per spingere il nostro marchio Mielizia che, nel secondo semestre 2019, amplierà la presenza nel biologico. In questo segmento di mercato, del resto, abbiamo già altri prodotti, come gli integratori ottenuti con ingredienti apistici. C’è anche in programma l’ingresso, sempre con la linea degli integratori, nel canale farmacia. Nel nostro Paese un’operazione che stiamo portando avanti con una certa forza è lo svecchiamento dell’immagine del miele, per ancorarlo, come ingrediente, a prodotti trendy, come i cocktail.

E per l’estero?

All’estero realizziamo circa il 15% del giro d’affari e siamo presenti, come ho detto, principalmente in Giappone e in Francia. Le strategie prevedono la ricerca di importatori selezionati, per allargare il numero dei Paesi coperti e arrivare a una quota di fatturato estero superiore al 30 per cento.

Gdo, Eataly, negozi bio… Quali altri canali vi interessano?

All’interno del sito Mielizia.com abbiamo, da un anno, un nostro e-commerce, nato per consentire, anche a chi è lontano dai punti di vendita trattanti, di acquistare Mielizia. Lo shop online è interessante soprattutto perché permette di presentare e vendere le 30 declinazioni del brand, una ricchezza che non si può facilmente percepire a scaffale. Le considerazioni che derivano da questa esperienza sono interessanti: si conferma che il mercato italiano è ancora molto concentrato su pochi prodotti, ma c’è chi acquista un paniere più ampio ed è un appassionato della categoria.

Come si sta muovendo, in generale, il vostro mercato?

Il mercato del miele è abbastanza stabile in termini di consumi, con spunti al rialzo ai due estremi: biologico e proposte convenienti. Proprio questa stabilità ha portato Conapi a veicolare il concetto in base al quale il miele è il migliore zucchero oggi disponibile. Da questo è nata, come abbiamo visto, la linea dei gelati che, nel 2019, entrano in Gdo con il marchio ‘Mielizia bio’.

Il miele nostrano non è in grado di soddisfare la domanda interna. Come procedere allora?

Essendo una cooperativa di agricoltori abbiamo come primo obiettivo la valorizzazione del lavoro e dei prodotti dei soci. La produzione non è però sempre costante e, anzi, veniamo da annate che sono state notoriamente molto difficili per il raccolto del miele italiano. In questi casi si tratta di compiere un esercizio difficile per garantire ai clienti, distributori e consumatori, alcune valide alternative. Il bilancio chiuso al 30 giugno 2018 si inserisce, appunto, in questa ottica e la sua validità corrisponde allo sforzo fatto per aggiungere prodotti di filiera europea, in modo da soddisfare soprattutto le Mdd. In cifre il nostro raccolto è stato di circa 1.900 tonnellate contro le 2.600 da noi prodotte in media. La crescita di Mielizia è stata frutto di un mix di azioni: dall’ampliamento della clientela all’ampliamento di gamma, oltre alla spinta data dalle azioni di comunicazione sia classiche, sia social, che hanno aumentato la conoscenza e la diffusione del brand.

Come si può reagire alla moria delle api?

Bisogna avere ben presente che il raccolto del miele è frutto di un equilibrio delicatissimo tra natura e animale, oltre che strettamente legato alle condizioni climatiche durante il periodo del raccolto. La grandine o la pioggia violenta rovinano le fioriture e possono comportare danni enormi. Altro tema, poi, è quello della presenza di pesticidi letali per la sopravvivenza delle api. Si sta lavorando a livello di istituzioni per evitare l’utilizzo dei più pericolosi, ma in ogni caso gli apicoltori sono alla continua ricerca di aree ‘pulite’ dove posizionare i loro alveari. Le api si allontanano dagli alveari per un raggio di circa 3 km ed è proprio considerando questo aspetto che si scelgono le postazioni migliori. Nel caso, poi, di un allevamento biologico questa scelta è un obbligo di legge e non solo un suggerimento per la sopravvivenza delle api. È anche per questo che Conapi si orienta e si orienterà sempre di più verso l’allevamento bio.