Fondata nel 1956 in provincia di Oristano, oggi la Cooperativa Arborea è il principale polo produttivo del comparto lattiero vaccino in Sardegna e in questi 59 anni ha avuto una crescita produttiva, a volume e a valore, rilevante e costante, nel rispetto degli standard qualitativi che contraddistinguono l’intera gamma di prodotti, dal latte alimentare ai formaggi. Abbiamo chiesto al direttore generale Francesco Casula di raccontarci progetti, obiettivi e strategie per l'anno in corso.

I risultati che avete ottenuto nel 2014 vanno senza dubbio in controtendenza con un mercato del largo consumo che ultimamente vede ben pochi spiragli di luce...
Il mercato è molto complesso e lo scenario dei prodotti del largo consumo continua a soffrire; nonostante i segnali meno negativi dei primi mesi del 2015, rispetto all’anno scorso. Arborea è un’azienda che si sta distinguendo in un contesto difficile con un percorso di sviluppo degno di nota.
I dati di crescita del fatturato del 2014 ci danno ragione: 150 milioni di euro che equivalgono a un incremento del 4% rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda i volumi?
I volumi crescono complessivamente in alcune categorie. Posso dirle che soffre il latte fresco, il latte a lunga conservazione è abbastanza stabile, crescono i formaggi. Questo è un po’ lo scenario generale. Poi all’interno dell’Azienda ci sono alcune referenze, come per esempio i prodotti a base di capra, che crescono a doppia cifra.

E’ questo il motivo per cui avete acquisito la totalità dell’azienda Girau?
Sì, esatto. Fattorie Girau è parte integrante in termini di asset, di forza lavoro e di brand della nostra cooperativa Arborea. L’abbiamo inglobata, quindi ad oggi Arborea ha due stabilimenti produttivi: uno per il latte vaccino e uno per il latte caprino, con due strategie ben distinte. Possiamo dire che Arborea ha un elemento di unicità e distinzione: è l’unica azienda che produce latte alimentare ovino e caprino, utilizzando esclusivamente la materia prima nazionale. Ovviamente in un mercato come quello dell’Italia che è deficitario sia dell’uno che dell’altro, altri competitor operano in questi settori utilizzando materia prima proveniente dall’estero. Diciamo che questa è una peculiarità tutta nostra.

Voi siete molto attivi anche sul fronte dell’innovazione di prodotto. A luglio scorso avete lanciato in Sardegna WEY, la bevanda a base di siero di latte e frutta, e ora lo state diffondendo anche sul territorio nazionale. Che novità ci sono su questo fronte?
La nostra è un’azienda che si sforza di trovare elementi di unicità. Per quanto riguarda WEY abbiamo cercato di pensare a qualcosa di unico, a cui magari qualcun altro aveva già pensato ma senza sviluppare il progetto. Il nostro prodotto WEY, lanciato come anticipava lei la scorsa estate, è una bevanda a base di siero di latte e ne contiene, per l’appunto, tutti gli elementi nutritivi, sali minerali e proteine (reperibili anche nella ricotta), ma possiede anche tutta la bontà e gli elementi nutrizionali della purea di frutta. E’ un prodotto nuovo che ci sta dando particolari soddisfazioni e, anche se si tratta di una referenza estiva, abbiamo visto che ruota anche durante la stagione invernale; chiaro segnale che i consumatori, almeno in Sardegna, l’hanno recepito.
E’ importante sottolineare, tuttavia, che Arborea è sì molto attenta alle dinamiche di consumo in ambito nazionale, ma mira a diventare un brand sempre più forte anche a livello internazionale. Da circa due anni siamo presenti nei Paesi asiatici con il latte a lunga conservazione e anche questa è un’attività interessante, che evidenzia la flessibilità dell’Azienda; consapevole delle dinamiche di consumo in Italia e in Europa e del fatto che non necessariamente nei prossimi anni miglioreranno in maniera significativa.

E’ recente la notizia delle nozze tra la Centrale del Latte di Torino e la Centrale di Firenze Pistoia e Livorno. Il vostro gruppo è 100% di proprietà italiana. State pensando a livello strategico di rimanere tali, di allearvi ad altri gruppi...?
Arborea in Sardegna ha dato origine a un’aggregazione totale del comparto, rappresentiamo il 90% del latte. Per la centrale del latte di Firenze la proposta l’abbiamo fatta anche noi e, a mio avviso, la nostra era anche più interessante delle altre per diversi motivi. Perciò guardiamo evidentemente a forme di aggregazione e integrazione. Penso che sia un percorso obbligato di crescita soprattutto per un’Azienda che ormai nella sua regione di riferimento ha raggiunto tutto quello che poteva raggiungere.

Per quest’anno cosa bolle in pentola, quali sono i progetti che avete e gli obiettivi, anche in termini di fatturato e di sviluppo del vostro giro d’affari?
Il 2015 è iniziato con una condizione di competitività degna di attenzione perché il costo della materia prima nel mondo è calato significativamente; per noi che siamo produttori questo aspetto sicuramente impatta sulle marginalità e sulle decisioni strategiche di sviluppo. Prevediamo per quest’anno una crescita importante all’estero, meno in Italia. Cercheremo di mantenere i volumi del 2014 e questo è già un obiettivo importante. Proseguirà anche l’attività di innovazione di prodotto. Inoltre il 2015 sarà un anno in cui dedicheremo un focus e una progettualità importante di tipo agricolo zootecnico pensando alla produzione del latte primaria. Stiamo ragionando su percorsi di innovazione della produzione e di maggiore sostenibilità di produzione del latte della stalla: dal punto di vista ambientale, del benessere degli animali.. tutti aspetti estremamente importanti per un’Azienda che fa della filiera l’elemento di unicità. Ci sarà una grande attenzione sulle modalità di produzione del latte da stalla da parte dei nostri produttori.

Per quanto riguarda la leva della comunicazione come verrà utilizzata alla luce di questo scenario del mercato interno che vi vede di fatto protagonisti, ma con un obiettivo di mantenimento e di presidio minimo dell’attuale status quo?
Sicuramente porteremo avanti le attività di comunicazione compatibilmente con i budget, che sono di un’azienda non di grandissime dimensioni, però sia sui media che sui social porteremo aventi un’attività rivolta principalmente al consumatore finale.

A livello nazionale o locale?
Sui social a livello nazionale mentre sui media tradizionali stiamo valutando come muoverci. Per il 2015 non sono previsti grandi investimenti, ma a seconda di come si chiuderà l’anno sapremo come muoverci anche su questo versante nel 2016.


Stefania Lorusso