In occasione del lancio della nuova linea di pasta “Le due regine”, la redazione di Distribuzione Moderna ha incontrato Valeria Capomacchia, responsabile dell’ufficio marketing di Antonio Amato, alla quale ha chiesto come si colloca questa novità nell’ambito della strategia aziendale.

Antonio Amato può contare su un portafoglio prodotti composto da oltre cento formati di pasta di semola di grano duro, a cui si sono aggiunti quelli di pasta di semola integrale. Come si giustifica una nuova linea come “Le due regine”?
Questa novità è in qualche modo il risultato di una precisa volontà da parte di Antonio Amato di credere nel food design e di desiderare proseguire sulla strada dell’eccellenza. “Le due regine”, infatti, rientra in una strategia di diversificazione produttiva della nostra azienda che punta anche sui prodotti premium price e di altissima gamma: abbiamo tutte le carte in regola, dal punto di vista della qualità e della tradizione, per fare bene in questo ambito.

In realtà ci risulta che siete già presenti nel segmento delle specialità, con la linea “Gli Specialissimi”, costituita da 6 formati trafilati in bronzo...
E’ vero. “Le due regine” però rappresentano qualcosa di più: sono una nuova linea di pasta che Antonio Amato intende mettere in distribuzione nella fascia altissima del settore food. Entrerà infatti solo nei negozi gourmet e nei ristoranti dove anche gli aspetti estetici, oltre alla qualità intrinseca, giocano un ruolo importante.

Come si compone la linea?
In tutto sono 12 formati da 500 grammi, caratterizzati da un’altissima qualità del prodotto, raggiunta grazie anche alla lenta essiccazione e alle basse temperature di cottura in fase di lavorazione.

E’ già in commercio?

No. Non lo è ancora. La sua presenza sulle tavole dei ristoranti e negli scaffali dei negozi di alta gastronomia è prevista prima dell’estate.

Come vi siete organizzati sul piano distributivo?
Effettivamente l’horeca e gli specializzati costituiscono per noi un canale poco presidiato. Per la pasta “Le due regine”, in particolare, sarà creata una rete di vendita dedicata, costituita da una trentina di agenti coordinati da un nostro manager interno.

Quali sono i numeri che vi proponete con questa novità?
Non si tratta certo di sviluppare enormi quantitativi. Ma contiamo di aumentare progressivamente i volumi, di pari passo con la diffusione del prodotto sia sul mercato italiano che su quello estero, dove già siamo ben presenti con l’obiettivo di allinearci a quelli che sono i leader del segmento per poi puntare alla leadership nel giro di due anni.

Attualmente quanto pesa l’export per la vostra azienda?
Il 15% circa del nostro fatturato viene sviluppato all’estero. Il prodotto Antonio Amato è presente in particolare in molti paesi europei, negli Stati Uniti, in Giappone, e nel Medio Oriente. Guardiamo con grande interesse anche all’Estremo Oriente dove sono in corso trattative.

Contate di sostenere pubblicitariamente il lancio di questa novità?
La campagna di comunicazione è in fase di definizione in questi giorni. Stiamo valutando il mezzo e/o i mezzi più idonei per la pianificazione in quanto il prodotto in questione sfugga alle logiche della comunicazione di massa.

Quale sarà l’entità dell’investimento?
Il piano mezzi non è ancora stato ultimato, non sono quindi in grado di azzardare cifre. Le posso dire però che il budget complessivo 2007 destinato da Antonio Amato alla comunicazione corrisponde a circa l’8% del fatturato, compreso il proseguimento della sponsorizzazione della nazionale italiana di calcio e l’avvio di quella svizzera di sci.