Gruppo La Doria, leader nelle conserve vegetali a marchio del distributore, lancia un robusto piano industriale 2018-2021. Il programma, da 115 milioni, precisa l’azienda, è stato elaborato sulla base della previsione di uno scenario sempre più competitivo, caratterizzato da una concorrenza molto accesa in vari Paesi, specie nel Regno Unito, che svolge un ruolo centrale per il colosso di Angri, e dal potere negoziale dei grandi retailer.

Per aumentare i ricavi – 669,1 milioni di fatturato 2017 – il gruppo punta soprattutto a incrementare i volumi di vendita dei beni ad alto valore aggiunto e premium.
Lo sviluppo commerciale passerà da una crescita ancora più spinta nella categoria dei sughi pronti, che da tempo sono in cima alle preferenze dei clienti finali. Qui La Doria intende proporsi con un’offerta di elevata qualità, tipicamente italiana, aumentando la propria quota nell’alta gamma.

La crescita sarà perseguita anche attraverso linee con un profilo nutrizionale che risponde all'accresciuta sensibilità del consumatore ai temi della salute e del benessere, come il biologico.

La Doria continuerà però a scommettere anche sulle categorie più tradizionali, come i legumi conservati, che realizzano performance significative anche nei Paesi più consolidati e sui derivati del pomodoro che, sebbene abbiano raggiunto un alto livello di penetrazione nei mercati maturi come quello europeo, giapponese e australiano, hanno un bel potenziale nelle aree emergenti. La ‘Linea rossa’, dunque, rimarrà strategica, poiché rappresenta l'italianità del gruppo.

In termini geografici, il piano mira a proseguire nel consolidamento dei mercati storici, nei quali La Doria è leader, o detiene posizioni importanti: Italia, Germania, Regno Unito, Paesi Scandinavi, Australia e Giappone, puntando, allo stesso tempo, a incrementare le quote in Francia e nei Paesi dell'Est dove esistono ancora interessanti spazi di crescita.

Il gruppo procederà nel percorso di internazionalizzazione scommettendo su zone geografiche con grandi opportunità commerciali, ma nelle quali le quote di mercato aziendali sono ancora ridotte, come gli Stati Uniti e, in un'ottica di sviluppo di medio-lungo periodo, su quei mercati a più rapida crescita e con maggiori potenzialità di spesa pro capite, come la Cina e il Sud Est asiatico, sensibili all'alimentare italiano, ma con livelli di consumo ancora relativamente limitati.

In totale il piano quadriennale è di 114,7 milioni di euro e metterà al centro l'aumento della capacità produttiva nelle aree sughi pronti, legumi e confezionamento (scatolificio).

Circa la metà della somma è destinata all’Italia e convergerà in particolare sui poli produttivi di Parma e sui due insediamenti in Provincia di Salerno, Sarno e Fisciano.

Il restante 50% del flusso di capitale andrà a beneficio della controllata LDH nel Regno Unito, dove verrà realizzata un'importante piattaforma logistica destinata allo stoccaggio e alla movimentazione delle merci da distribuire sul mercato inglese.

A fine programma, nel 2021, il gruppo raggiungerà un fatturato consolidato di circa 757 milioni di euro, un Ebitda di 79 milioni e un Ebitda margin al 10%, mentre l'utile netto è stimato in 43.

Spiega il presidente, Antonio Ferraioli: "Nel 2018 lo scenario di mercato continuerà a essere caratterizzato da una concorrenza molto accesa e dalla pressione della grande distribuzione, in particolare nel Regno Unito a causa dell'inflazione indotta dalla svalutazione della sterlina. Quest'anno è attesa, pertanto, una dinamica dei prezzi stabile, nonostante il previsto incremento del costo degli approvvigionamenti.

“In tale contesto e con il nuovo piano industriale – continua Ferraioli – il gruppo pone le basi per continuare la sua crescita organica e per essere pronto e reattivo alle nuove sfide di mercato. Il conseguimento degli obiettivi prefissati renderà La Doria più forte e competitiva, pronta a valutare opportunità di sviluppo anche per linee esterne in un settore, come l’alimentare italiano, che evidenzia una notevole frammentazione".

Il consiglio di amministrazione ha anche approvato il bilancio consolidato 2017 e quello della capogruppo. I risultati sono stati molto superiori alle previsioni, nonostante la difficile congiuntura del mercato del pomodoro e dei legumi, l'inasprimento competitivo e la forte pressione della Brexit.

I ricavi totali consolidati si sono attestati a 669,1 milioni di euro, in aumento del 2,4%, grazie al forte incremento dei volumi. A cambi costanti, il fatturato ammonterebbe in realtà a 693,8 milioni di euro (+6,2%).

All'estero è andato il 79,3% delle vendite, aumentate del 4,8% (+ 9,7% a parità di cambio) mentre il peso del mercato domestico si è attestato al 20,7% con una flessione del 5,9 per cento, in parte a seguito della perdita di alcune commesse nel canale discount, caratterizzato da un'aspra competizione di prezzo.

Il margine operativo lordo (Ebitda)è ora pari a 60,1 milioni di euro (+6,7%) e passa al 9% dall' 8,6% del 2016. Il risultato operativo netto (Ebit), ammonta a 41,6 milioni (+4,3%), rispetto ai 39,9 del 2016.

L'utile netto è di 30,4 milioni, in diminuzione rispetto ai 33,7 del 2016 (-9,8%): qui ha influito il beneficio fiscale del Patent box, 1,5 milioni di euro, relativo all'esercizio 2015.

Molto bene anche per la capogruppo, La Doria Spa, il cui fatturato ha raggiunto 418,3 milioni, in aumento del 2,2% rispetto ai 409,3 milioni del 2016. L'utile netto si è attestato a 24 milioni rispetto ai 16,1 conseguiti al 31 dicembre 2016.