Costretto a pagare salati i rincari delle materie prime, da un lato, e a mantenere comunque basso il livello dei prezzi, il pronto moda soffre. E’ questa la considerazione che emerge dai recenti dati finanziari del colosso svedese H&M che ha visto contrarsi gli utili del 15% nel corso dell’anno, quando il totale è sceso a un equivalente di 1,7 miliardi di euro.

Un po’ migliori le performance dell’ultimo quarter – ottobre/dicembre – quando l’utile ha ceduto il  2,4% per attestarsi sui 622 milioni. Peccato che si sia trattato del quinto periodo consecutivo in cui il gruppo ha dovuto comunque digerire una perdita.

Diversamente, a dimostrazione della volontà di continuare comunque a cavalcare la tigre della convenienza di prezzo, le vendite hanno continuato a mantenersi positive (+8%) e la market share ha fatto ulteriori passi in avanti.

Quella che emerge dagli indicatori finanziari è in sostanza l’immagine di un gruppo in salute, costretto sì a sopportare un certo carico di sofferenza, ma ben determinato ad andare avanti e a guardare oltre la crisi. Tant’è vero che il dividendo distribuito è rimasto invariato, a 9,50 corone.

Il dinamismo è ulteriormente dimostrato dal piano di espansione delineato dal ceo Karl-Johan Perrson, un piano che trova precedenti anche nel recente passato: il totale rete, attivo in 43 Paesi, è infatti salito dai 2.209 punti di vendita al 31 dicembre 2010, ai 2.490 della fine 2011.

Persson ha annunciato l’inaugurazione nel 2012 di 275 nuovi store, soprattutto in Cina, Stati Uniti e Gran Bretagna. Nel mirino ci sono poi nuovi mercati, come Lettonia, Bulgaria, Malesia e Tailandia, mentre in autunno il big svedese promette di sbarcare in Messico. Il tutto con il conforto del +13% di fatturato messo a segno in dicembre, confermato dal +12% dei primi 24 giorni di gennaio.

Anche se non è stato reso noto l’ammontare degli investimenti per le nuove aperture non c’è da dubitare della loro consistenza.

Un’appendice merita Cos, l’insegna di alta gamma del gruppo, gruppo che a sua volta controlla anche Monki (giovani donne), Weekday (urban fashion di design) e Cheap Monday (street fashion).

Cos opera attualmente in 9 mercati europei (Francia, Germania, Regno Unito, Benelux ecc.) e promette di approdare, durante l’anno, in Finlandia, Kuwait, Hong Kong e anche nella nostra Italia. L’insegna ha ottimi risultati finanziari e presenta alti livelli di fatturato, utili e ricavi. Mediante l’e-commerce, infine, copre già 18 nazioni.