Esselunga chiude il primo bilancio dalla scomparsa, il 4 ottobre, di Bernardo Caprotti, mentre le voci di una possibile cessione del gruppo si fanno, di giorno in giorno, più improbabili: a confermarlo è stata la stessa Marina Caprotti che, insieme alla madre, Giuliana Albera, controlla al 70% la catena.

Nel 2016 Esselunga ha realizzato vendite per 7.540 milioni di euro, in crescita del 3,1% rispetto al 2015. Lo sviluppo della rete ha consentito la crescita dei clienti totali (+4,4%), ottenuta anche grazie alla combinazione di contenimento dei prezzi finali (con deflazione dell’1,1% a totale vantaggio del cliente) e di attività promozionali condotte nell’arco dell’anno. Da sottolineare che l’inflazione ricevuta dai fornitori è stata pari al +0,9 per cento.

Molti i fatti significativi dell’esercizio. A maggio 2016 è stato siglato il contratto di acquisto del ramo d’azienda di Ospitaletto dell’acciaieria Stefana Spa, in concordato preventivo, dove è prevista la realizzazione del quarto polo logistico del Gruppo e nel 2017 sono stati avviati i lavori.

Sempre lo scorso anno sono stati aperti i negozi di Monza (Viale Libertà), con la contestuale chiusura di quello in via Lecco, di Como località Ca’ Merlata, di Cusano Milanino (Mi) e di Prato, Viale Galilei (anche qui il progetto ha comportato la contestuale chiusura di quello adiacente). Chiuso anche il negozio di Milano Viale Certosa, aperto nel 1968, dove in seguito è entrata l’insegna Bricocenter di Gruppo Adeo.

L’organico medio ha raggiunto 22.741 persone, con un incremento di 811 collaboratori. Il 93% del personale ha un contratto a tempo indeterminato, il che è un record per il settore della Gdo.

Nel 2017 sono previste 5 aperture tra cui Roma Prenestina, il 5 aprile, e Verona Fiera. È stato inoltre avviato, a metà marzo 2017, il progetto di “Clicca e Vai” a Varedo, sulla Milano-Meda: il cliente sceglie la spesa via web e passa poi a ritirarla in automobile. Ottimi i primi riscontri degli utenti.

Il risultato operativo è stato di 405 milioni (431 nel 2015) e l’utile netto di 262 (291 nel precedente esercizio). Questi andamenti sono stati condizionati, fra l’altro, dalle svalutazioni immobiliari. Migliorano, invece, il margine operativo lordo, a 661 milioni dai 626 precedenti e la posizione finanziaria netta: a -55 milioni dai -116 del 2015.

Gli investimenti hanno raggiunto quota 490 milioni, mentre 9 milioni sono stati destinati a iniziative di solidarietà sul territorio.

Il totale rete si attesta oggi sopra i 150 superstore in Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Liguria e Lazio.