Quali sono le abitudini alimentari dei nostri cugini francesi, che, fra l’altro, dopo i tedeschi, sono i secondi partner commerciali dell’Italia? Alla domanda risponde una ricerca di Kantar Worldpanel.

Intanto si sta sviluppando il piacere di mangiare fuori, un dato significativo perché la ristorazione ha, per ora, un impatto modesto, pari al 25% del totale dei pasti.

La popolazione dà grande valore alla cucina casalinga, ma nel 2016 la quota di mercato della ristorazione è salita del 10% nel solo segmento delle prime colazioni. Questo importante momento della giornata sta subendo un’evoluzione contradditoria: da un lato si chiedono alimenti semplici e pratici e, dall’altro, riscuotono grandi successi specialità e gourmandise, locali ed estere.

Sono soprattutto i Millennials a tirare la volata, anche se la colazione è ancora il regno delle preparazioni domestiche: il 97% dei francesi la consuma in casa almeno 6 volte la settimana.

Cambiano anche pranzi e cene: formaggi, dessert e antipasti perdono a doppia cifra, per cedere il passo all’ora dell’aperitivo, che interessa, ogni settimana, un milione di persone in più rispetto al 2015. Avanzano inoltre gli snack, che raggiungono il 19 per cento delle famiglie, dato ancora molto basso se paragonato al 28% della Gran Bretagna.

Attenzione però: la destrutturazione alimentare, l’avanzata di nuovi modelli e il declino di grandi classici (come le carni) è contrastata, anche nell’Esagono, dall’affermarsi dei nuovi stili salutisti. Fra l’altro la progressione di vegani e vegetariani - che rappresentano ancora il 3% della popolazione rispetto all'8% dell'Italia - mette in discussione i piatti tradizionali, a vantaggio di prodotti come l’ortofrutta fresca.

Nel frattempo i settori più colpiti cercano di reinventare il proprio marketing e di proporre innovazioni. “Questi cambiamenti – conclude Kantar – sono un’opportunità, ma anche un vincolo, che rende la diversificazione una strada obbligata”.