È il 2° Paese per stock di investimenti al mondo, il 3° mercato europeo per il settore retail, che cresce costantemente del 3-4% su base annua.  Con queste carte il Paese di sua maestà si presenta sullo scacchiere del commercio moderno, forte della posizione dominante della sua capitale, dove si concentrano gli interessi dei maggiori retailer internazionali.

Nonostante gli affitti siano schizzati del 42% negli ultimi due anni, a Londra non si placa la sete di location nei posti giusti, anche perché ad attirare le catene c’è una migliore tassazione rispetto all’Italia grazie a un’aliquota del 20 per cento. Tasse e contributi sul lavoro, inoltre, non superano il 14% con uno stacco di quasi 30 punti percentuali rispetto al costo del lavoro in Italia al 43 per cento. Questi i key driver del convegno Retail Business in Uk, organizzato da Confimprese per le catene italiane interessate a cogliere le opportunità di sviluppo nel mercato inglese.

«Premesso che negli ultimi due anni in Europa – dichiara Mario Resca, presidente Confimprese – su due negozi aperti uno ha chiuso, nel ranking europeo Londra è la top location per i retailer internazionali (234), seguita da Parigi (218), Mosca (197), Milano (174) e Madrid (150). Alla base del successo della capitale inglese un cocktail di ingredienti, che ne decretano l’alto gradimento da parte degli investitori stranieri: dimensione e maturità del mercato, numero di consumatori, trasparenza, contesto fiscale favorevole, tanto che le previsioni per i prossimi tre anni, 2015-2018, non lasciano spazio a dubbi: +34% di incremento delle vendite di prodotti mainstream e premium, +32% del lusso, affitti nelle top location pari a 7.270 euro mq l’anno contro i 3.650 euro di Milano, i 3.000 di Roma, i 4.000 di Mosca, i 2.640 di Madrid».

Anche in tema di rent, insomma, Londra non è seconda a nessuno. Avere le vetrine nel posto giusto, che a Londra significa essenzialmente presidiare la West End comprensiva di Oxford Street, Regent Street, Bond Street e Covent Garden, è strategico e prioritario per i retailer internazionali. Anche a prezzi sbalorditivi. Il benchmark, condotto dalla società di consulenza professionale e finanziaria, specializzata in servizi immobiliari JLL per Confimprese, con le altri capitali è significativo: nel secondo trimestre 2014 gli affitti a Londra sono schizzati del 42% contro l’incremento del +20% di Parigi e del +37% di Istanbul sullo stesso periodo 2012. A determinare un salto così significativo due ragioni principali, la scarsità dell’offerta immobiliare e al contempo l’elevata domanda di nuovi spazi. Nel luxury i prezzi sono ancora più esorbitanti e partono da 12.300 euro mq l’anno. Il mercato del lusso, del resto, è tra i principali export del Regno Unito ed è previsto che cresca del 57% entro il 2015 (dati Jones Lang LaSalle).