Forte di un bilancio di esercizio che ha riportato a fine giugno i conti in utile, Conserve Italia vara un piano triennale - 2015-2017 – che prevede investimenti complessivi di 150 milioni di euro, di cui 95 in Italia (40 per attività produttive e industriali e 55 per azioni di marketing) e 55 che riguarderanno le altre società del gruppo, Conserves France e la spagnola Juver.

Nello specifico il budget riguarda sia investimenti materiali e immateriali, volti al miglioramento della qualità, all’incremento della produttività e al recupero di margini di efficienza e di redditività, sia azioni di marketing.  “Ora che abbiamo ritrovato il nostro equilibrio finanziario – spiega il presidente, Maurizio Gardini - potremo avviare nuove azioni di pubblicità con campagne su radio, stampa, tv e sui social network, con l’obiettivo di esaltare la filiera tutta italiana che è dietro ai nostri brand di punta e leader di mercato, da Cirio a Yoga a Valfrutta”.

“Con il piano approvato – aggiunge il direttore generale Angel Sanchez - prevediamo di aumentare il fatturato di 35 milioni di euro in tre anni e di proseguire il trend di riduzione dell'indebitamento di ulteriori 40 milioni di euro. Il bilancio chiuso a fine giugno aveva fatto già registrare un dato molto positivo, con un incremento del 20% dell’Ebidta”.

Capitolo prioritario ovviamente l’export. “Il fatturato di Conserve Italia all’estero è cresciuto di oltre il 10% negli ultimi tre anni – prosegue Sanchez -. Le vendite del gruppo in Italia pesano oggi per il 57% del totale, rispetto al 64% del 2010. Nel nuovo business plan punteremo quindi ad aggredire ulteriormente i mercati esteri, cercando di conquistare nuove quote non solo nei Paesi tradizionali, ma anche in America, Australia, Nord Africa e Asia. Questo ci consentirà di dare ulteriore valore ai conferimenti di prodotto dei nostri soci, perché la nostra mission resta sempre la stessa, dare valore aggiunto al prodotto e al lavoro dei nostri 14.000 agricoltori”.

Conserve Italia oggi trasforma 550.000 tonnellate di materie prima, in prevalenza frutta, pomodoro e vegetali, che vengono lavorati in 12 stabilimenti produttivi, di cui 8 in Italia, 3 in Francia e uno in Spagna.