Nonostante un mercato difficile, Gruppo Italiano Vini chiude un buon esercizio 2013 e si conferma leader: crescita del 3,2% rispetto all’anno precedente del fatturato consolidato, che si colloca, a pari perimetro, a 348 milioni di euro; aumento del 2,3%, sempre rispetto all’anno precedente, del fatturato della Capogruppo che si posiziona a 221 milioni di euro; proseguimento della strategia di internazionalizzazione (85 Paesi raggiunti), con un peso del fatturato estero sul consolidato del 73%; miglioramento dei livelli di redditività; miglioramento e consolidamento sul medio/lungo termine della posizione finanziaria netta.

Il 2013, come accennato, è stato contraddistinto da una difficile congiuntura a livello mondiale e da un ulteriore calo dei consumi di vino sul mercato interno, sia nel canale moderno (-6,5% secondo Iri), sia nel canale tradizionale (in mancanza di dati precisi, tutti gli operatori stimano una flessione a doppia cifra).

Sul piano commerciale è proseguito il piano di sviluppo delle marche strategiche. Bolla rimane al primo posto per fatturato, seguita da Cavicchioli, che si è ben integrata nell’offerta, e da Folonari, forte principalmente sui mercati esteri.

Positivo l’andamento dei vini delle Tre Venezie trainati dalle forti richieste del Prosecco e dei prodotti del territorio veronese.  In tenuta di fatturato le marche del Centro Italia, quali Melini, Bigi e Fontana Candida e del Sud, ovvero Rapitalà, Castello Monaci e Terre degli Svevi.

Andamento favorevole per il settore delle bollicine. Alla commercializzazione dei brand Cavicchioli e Carpenè Malvolti, nel 2013 si è aggiunta quella di Monogram (Franciacorta) e Bellei (Spumanti a metodo classico e Lambrusco ancestrale) che ben si integrano nel portafoglio.

Sul piano produttivo e dei costi di struttura è stata messa a punto un’opera di razionalizzazione che ha portato a buoni risultati sia a livello delle cantine di produzione, che nelle aziende agricole (1.340 ettari di vigneti in 11 diverse regioni italiane).

A livello strettamente economico-finanziario nel 2013 il Gruppo registra un Ebitda consolidato pari a 23,9 milioni di euro e un risultato finale di bilancio pari a 2,3 milioni di euro.

Il patrimonio netto è oggi di 135 milioni di euro. L’Istituto per lo Sviluppo Agroalimentare (ISA), società controllata dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, permane all’interno della compagine sociale, con una percentuale pari all’8% del capitale sociale, espressa attraverso la sottoscrizione di azioni privilegiate.

La posizione finanziaria netta è inferiore del 3,7% rispetto a quella dello scorso esercizio e si mantiene ben al di sotto dei mezzi propri. I due terzi dei debiti finanziari sono rappresentati da operazioni a medio-lungo termine ottenute a favorevoli condizioni di mercato.

A mostrare anche quest’anno un apprezzabile andamento positivo sono le dieci società estere controllate e/o partecipate. Tra queste Frederick Wildman & Sons Ltd, storico importatore e distributore con sede a New York che ha fatturato 111 milioni di dollari (+5,9%) e Carniato Europe S.A. di Parigi, la più importante organizzazione di distribuzione di prodotti alimentari italiani in Francia che chiude il 2013 con 59 milioni di euro di fatturato (+5,5%).  

Importante anche il giro di affari di Giv Deutschland di Monaco di Baviera (22 milioni di euro), che opera in tutti i canali distributivi. Positivo l’andamento di Giv CZ di Praga e di Giv UK di Londra. Al secondo anno di attività Shanghai Giv: la filiale cinese ha il compito di supportare e sviluppare i contatti commerciali e il marketing dei numerosi importatori-clienti attivati sul mercato locale.