Con un certo spirito irriverente ma basato sulla sicurezza delle proprie esperienze e successi,  Farinetti ha presentato a Milano la propria idea di Fabbrica Italiana Contadina ovvero il parco di godimento  del cibo italiano unico al mondo. Una Disneyland dell'agroalimentare “dalla madre terra alla buona tavola", quasi parafrasando uno slogan di un altro capitano coraggioso  ideato per il primo gruppo dell'agroalimentare  targato Italia fino agli anni '90. Lo slogan torna utile per puntare su due degli asset dell'Italia  che Oscar Farinetti dichiara  a gran voce in grado di garantire successo e benessere al nostro paese: l'agroalimentare e il turismo che, uniti alla moda e alla manifattura di precisione e  all'arte, sono un poverissimo nelle nostre mani. 80.000 metri quadrati e 40 milioni di euro:  Eataly, Coop insieme a Comune di Bologna e CABB, presieduta da Segre, sono stati i presupposti per lanciare la costituzione di un fondo immobiliare che, raccolti i capitali da investitori industriali ed agricoli oltre che dai protagonisti della distribuzione, metteranno in mostra e in vendita tutta la ricchezza della biodiversità italiana (dal campo in cultura alla trasformazione artigianale o industriale fino alla distribuzione nonché la ristorazione internazionale, nazionale e locale fino al familiare con la presenza delle Cesarine tutrici della tradizione culinaria). Sei milioni di visitatori annui, 80 milioni di incassi come minimo, per rendere remunerativo l'investimento del fondo immobiliare in cui, come ultimo ingresso, sembra voglia arrivare il fondo sovrano di Honk Kong. Un sistema a ciclo chiuso in cui l'università di Bologna con la facoltà di agraria  garantirà la gestione a scarti zero facendo ricerca e offrendo educazione alimentare e formazione; un sistema in cui ci si aspetta che Slow Food contribuisca come già sperimentato nei successi internazionali di Eataly; un contesto in cui le marche e tutte le eccellenze italiane vorranno probabilmente partecipare, ma che richiederà la selezione sia per il market che per la ristorazione con un'aspettativa di equo ritorno per tutti. Certo che Bologna ci mette le strutture e rigenera il CAAB, gli investitori ne fanno un posto bellissimo e  lo promuovono alla grande mentre gli operatori ci entrano senza costi fissi ma accettando di pagare un fee percentuale sugli incassi che Farinetti, che tra tutti si spende di più, è convinto saranno sorprendenti. L'Italia piace l'italiano gusta, insomma. Si tratta di cominciare: i cantieri sono in fermento, si punta a fare staffetta con EXPO 2015 e ad aprire i cancelli entro novembre 2015; i prodotti della Fabbrica Italiana contadina si chiameranno Fi.Co.: di nome e di fatto.