Il gruppo, con sede a Imola, ha depositato la richiesta al Tribunale bolognese. Queste le motivazioni ufficiali: «Si tratta di una scelta imposta dal perdurare della crisi e dal continuo calo dei consumi, particolarmente grave nel settore dei beni durevoli, che ha determinato, a partire dalla ripresa autunnale dell’attività, una costante riduzione del fatturato, il tutto aggravato dal contesto deflazionistico a cui conseguono prezzi di vendita sempre più bassi e perdita di marginalità. Questa situazione ha ostacolato l’originario piano di rilancio del Gruppo, che negli ultimi 24 mesi aveva comportato il rinnovamento di 26 punti vendita».

Il nuovo tentativo di salvataggio è riposto nelle mani di Alessandro Servadei, commercialista bolognese e attuale presidente del Consiglio di Amministrazione di Mercatone Uno, e del legale Diego Ruffini, in qualità di advisor. E’ prestissimo per fare ipotesi, ma in ogni caso la possibilità dell’ingresso di un socio, come la migliore strada percorribile, era già stata ventilata tempo fa.

Il gruppo fondato da Romano Cenni negli anni Settanta – oggi controllato dalle famiglie Cenni e Valentini – conta 79 punti di vendita, tutti di grande o grandissima superficie, specializzati nel non alimentare, dai mobili ai complementi di arredo, dai casalinghi agli elettrodomestici. I dipendenti totali sono 3.700. Il fatturato, attestato in tempi migliori su 800 milioni, era, secondo le ricostruzioni giornaliistiche della scorsa estate, sceso a 450 milioni.

 

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