Il conto fatto da Confcommercio scandalizza. Fra rincari delle accise e imposta sul valore aggiunto la “legnata” sulla domanda intera potrebbe essere di ben 65 miliardi in meno, una somma per intenderci, che supera largamente il fatturato di un colosso distributivo come Auchan. Il tutto, per fortuna, spalmato su tre anni (2016-2018).



Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio aveva già anticipato, nei giorni scorsi, che “c’è una probabilità molto elevata di un aumento delle aliquote Iva, sia di quella ridotta, dal 10 al 13%, sia di quella ordinaria, dal 22 al 25,5% in 3 anni. E anche le accise potrebbero aumentare. Così può venire a mancare quello choc positivo per famiglie e imprese da cui passa la ripresa economica”.



La crescita dei prezzi nel 2018 rispetto al 2015 sarà del 2,5%, secondo il rapporto sul terziario di mercato presentato a Roma, dall'ufficio studi della confederazione. “A regime – si evince dal documento - le aliquote crescerebbero del 30% e del 15,9%, comportando un incremento dell'aliquota implicita complessiva, riferita a tutte le fasce di consumo, anche quelle non toccate dal provvedimento, di quasi il 20% (dal 14,9 al 17,8%). Per entità si tratterebbe di un fenomeno inedito nella storia economica dell'Italia”.