Un drastico calo dei profitti (-34% nel trimestre fiscale concluso a settembre), la progressiva concentrazione sui segmenti di business strategici e il trend di sostituzione con le ricaricabili hanno convinto Procter & Gamble a staccare la spina a Duracell.

Alan G.  Lafley, ceo di Procter, del resto, ha già annunciato da tempo di volere più che dimezzare il portafoglio dei brand, per portarli a circa 80, cedendone una novantina in tempi relativamente brevi. Nonostante questo Duracell resta un asset importante, che assicura al gruppo una quota di mercato mondiale del 25 per cento.

Fra luglio e settembre i profitti di P&G hanno toccato 1,99 miliardi di dollari, in calo di oltre 30 punti, come già detto. Tuttavia l’utile per azione è risalito e il giro d’affari si è attestato a 20,79 miliardi di dollari, dunque solo leggeremente sotto le stime degli analisti, che si attendevano 20,8 miliardi.

Lafley, nell’illustrare tali risultati, si è detto tranquillo, anche considerata la difficoltà dei mercati, il mantenimento dei margini e la risalita, di 2 punti, delle vendite organiche dei vari segmenti di business.