Secondo una ricerca presentata sabato 4 ottobre dall'Università degli Studi di Milano-Bicocca e dal Centro di ricerca interuniversitario in economia del territorio (Criet), non si fanno in realtà eccessivi compromessi sul buon livello dei prodotti. Nonostante questo in testa alle preferenze svetta il discount, i cui assortimenti però sono nettamente migliorati, per arrivare a casi di vera eccellenza, come quello di Lidl.

L’analisi constata una serie di “comportamenti multipli”, per cui nel carrello entrano beni ai due estremi di prezzo: quelli in promozione e quelli invece più particolari, come alimenti biologici, eco-sostenibili, a chilometro zero, senza glutine. Insomma concessioni al gusto, alle mode e soprattutto alla salubrità degli alimenti se ne fanno, per fortuna, spesso e volentieri.

Tant’è vero che le vendite di prodotti bio nella Gdo, nei primi 5 mesi del 2014, segnano un +17% (fonte Ismea). Aumentano soprattutto pasta, riso e sostitutivi del pane (+73%), “zucchero, caffè, bevande” (+37%), aceti (+23,5%), omogeneizzati (+21%), miele (+19%) ma non smettono di salire anche le categorie più tradizionali, ortofrutta fresca (+11%), biscotti dolciumi e snack (+15%).

“Proprio per questo – riferisce l’Ansa, commentando la ricerca  - la grande distribuzione organizzata in Italia sta vivendo una rapida trasformazione e sta ripensando profondamente le proprie strategie dal punto di vista del marketing e delle relazioni con i clienti. Gli hard discount dal canto loro registrano un aumento di fatturato e sembrano il format che meglio risponde alle dinamiche di mercato, con l'introduzione di servizi e di iniziative a valore aggiunto.  

“Nel contempo – prosegue l’articolo - emergono o rafforzano la presenza sul mercato circuiti distributivi differenti (Slow Food, Eataly, Campagna Amica). Essi si caratterizzano per un approccio più improntato alla relazione con il cliente. E con la progressiva crescita delle nicchie di consumo (biodinamico, filiera corta, sostenibile) la Gdo dovrà guardare con crescente attenzione ai canali alternativi al proprio''.