Coop Estense ha effettivamente abusato della propria posizione dominante nell’area del modenese e dunque ha ostacolato Esselunga per 8 anni – dal 2001 al 2009 – nel proprio ingresso nell’area della Provincia.

Viene ribadita, quindi, la maxi multa di 4,6 milioni di Euro stabilità dall’Antitrust: così la Sesta Sezione del Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza del Tar del Lazio, che, durante l’estate, aveva invece assolto Coop, in quanto si sarebbero frapposti, a Modena e Vignola, concreti ostacoli di carattere amministrativo.

Il Consiglio ritiene invece che abbia ragione l’Antitrust, secondo la quale le cosiddette “barriere amministrative” sarebbero state fomentate proprio dalla stessa Coop. A Modena il gruppo, sempre secondo Agcm, per porre il proprio veto avrebbe fra l’altro acquisito, pagandolo cinque volte il prezzo di mercato, un comparto dove il progetto commerciale Esselunga era già cominciato.

A fare appello contro il Tar è stato ovviamente il gruppo fondato da Bernardo Caprotti, ma anche la stessa Agcm. Secondo il CdS “occorre guardare all’intero comportamento sostanziale di chi è in posizione dominante in un mercato, come lo era Coop Estense. Sicché’ legittimamente l’Antitrust aveva rilevato che sugli impedimenti amministrativi aveva pesato in modo determinante il comportamento ostruzionistico di Coop Estense, esteso anche ad operazioni di acquisto e a prezzi molto elevati, di terreni per contrastare il temuto arrivo di Esselunga”.