Ad affermarlo è l’osservatorio Innovazione Digitale nel Retail promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, che ha condotto una survey sulle 250 maggiori insegne nazionali. Nel corso del 2014 i retailer italiani hanno investito nell’installazione di chioschi, totem o touch point (il 36% del campione ha già investito e il 34% ha intenzione di farlo nel 2015); in soluzioni di innovazione come digital signage, vetrine intelligenti e interattive (il 25% del campione ha già investito e il 43% lo farà); cartellini interattivi e scaffalature intelligenti, utilizzati per fornire al consumatore maggiori informazioni sul prodotto (implementate dal 17% del campione e di interesse per il 28%); sistemi di indoor positioning, (4% del campione, ma suscitano nel 42% un forte interesse).

Per massimizzare il valore delle visite in negozio, il 30% ha dato priorità all’integrazione del punto vendita fisico con quello digitale, con l’obiettivo di estendere la gamma del negozio attraverso sistemi di sales force automation o di online selling in punto vendita, ossia tablet in dotazione alla forza vendita o sistemi self service che consentono di finalizzare l’acquisto online in negozio.

La fase di pagamento è tra quelle a minor valore aggiunto, ma l’obiettivo del grande commercio è andare verso una semplificazione delle transazioni. Il 34% dei top retailer ha già investito (mentre il 36% si dichiara interessato) in sistemi di cassa evoluti e Mobile POS. Una seconda categoria di innovazioni sviluppate dal 50% dei commercianti del mondo alimentare riguarda i sistemi di self check-out, ossia le casse non presidiate. Destano forte interesse tra i top retailer i sistemi per l’accettazione di couponing e loyalty (digitali o Mobile) che consentono l’invio di promozioni in prossimità e la redenzione del coupon digitale direttamente alla cassa del punto vendita.

Per quanto riguarda il canale online, il 52% delle insegne ha un sito di e-commerce, ma il 46% ha solo il sito istituzionale. Con riferimento all’acquisto online, i comparti più evoluti sono l’informatica ed elettronica di consumo, in cui l’88% del campione vende online, l’editoria con l’83%, e l’abbigliamento, con il 72 per cento.