Il comparto, già in sofferenza per la crisi dei consumi, ora vede in pericolo anche le sue produzioni d'eccellenza, come la grappa, gli amari, il limoncello, gli aperitivi e altri prodotti simbolo del Made in Italy. Ecco perché, contro il quarto aumento della accisa dal prossimo 1° gennaio 2015, AssoDistil, l'associazione nazionale dei distillatori, e Federvini - Federazione italiana industriali produttori, esportatori e importatori di vini, acqueviti, liquori, sciroppi, aceto e affini - hanno deciso di mobilitarsi, organizzando una serie di incontri sul territorio per raccontare la crisi vista dalla base, ovvero dagli imprenditori che, tutti i giorni, lottano per garantirsi la sopravvivenza.
“Secondo i dati dell'Osservatorio congiunturale Format – afferma Antonio Emaldi, presidente di AssoDistil – relativi al terzo trimestre dell'anno, le aziende attribuiscono il calo del fatturato, nell'80% dei casi, alla crescita delle accise. Il clima di sfiducia è generalizzato, anche perché l'aumento sarà scaricato soprattutto sui prezzi, gli investimenti e l'occasione”.
Spiega infatti Emaldi che “secondo i dati Format, la metà delle imprese del settore denuncia un pesante deterioramento della liquidità aziendale. “In questi giorni, in Parlamento si sta scrivendo la Legge di Stabilità: lanciamo un appello perché questo balzello, l'ennesimo, sulle aziende del settore sia scongiurato”.
“Con gli incrementi di accisa sugli spiriti che raggiungeranno quota +30% a gennaio 2015 – osserva Sandro Boscaini, presidente di Federvini - l’impatto di questa manovra sul fronte occupazionale comporterebbe il taglio di oltre 6.700 posti di lavoro, indebolendo gravemente un settore produttivo che esprime alcune eccellenze regionali molto famose nel mondo”.